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I banchi ancora non si vedono: ecco come si è difeso Arcuri. E i dubbi aumentano

Pubblicato il 11/09/2020 11:19

Era tutto partito da un articolo di Patrizia Roder Reitter su La Verità, in cui si mettevano in luce alcuni aspetti poco chiari dell’appalto che il super commissario all’emergenza, Domenico Arcuri, sembrava aver affidato in in primo momento a una piccola azienda di Ostia che non si occupava nemmeno della produzione di banchi. Ed è lo stesso Arcuri, durante la puntata di Cartabianca su rai3, a ribadire che il giornale ha poi “pubblicato la nostra rettifica perché l’esistenza di contratti sospetti, quali quelli a cui il giornale fa riferimento, è destituita da ogni fondamento”. Ma La Verità rilancia e sottolinea che “Invitalia non ha nemmeno mostrato un documento che provi che quel contratto è stato rescisso”.

Inoltre, Arcuri non ha saputo fornire indicazioni certe su quando questi banchi saranno effettivamente pronti. Quanti sono i banchi già nelle aule? Glielo ha chiesto anche la Berlinguer, e alla fine il supercommissario ha ammesso che al momento si tratta di “alcune centinaia di migliaia”. Pochi, visto che i bandi di Arcuri ne richiedono 2,5 milioni. E qui veniamo a un altro problema: in Italia in media se ne producono 200mila l’anno. Come si pensava di arrivare a 2,5 milioni in così poco tempo e passando per un bando?

Infatti molti produttori ora hanno fatto sapere di non riuscire a far arrivare arredi scolastici prima di novembre o dicembre. E la scuola, ricordiamolo, parte il 14. A fine luglio Arcuri aveva promesso: “Dall’8 settembre avvio delle consegne dei ban-chi”. Marameo. E infatti già si parla di fine ottobre, un bel po’ di tempo dopo l’apertura quindi. E la Berlingue incalza: “Non ci potevate pensare prima visto che le scuole erano chiuse da marzo? Siamo stati il Paese che ha impiegato più tempo a riaprirle, non vi siete organizzati un po’ tardi?”. Domanda più che legittima. E la risposta?

Prova a spiegare Arcuri: “Il banco monoposto è il risultato di un lungo processo di analisi che il Cts, di cui il governo si avvale, ha implementato e concluso a giugno. Se poi i dirigenti scolastici hanno desunto di avere bisogno di 2,5 milioni di banchi…”. Ecco qua lo scaricabarile sui dirigenti scolastici, ai quali tocca l’arduo compito, tra Arcuri e i danni continui di della Azzolina, di far partire comunque la scuola. Così siam messi.

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