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“Non scaricate queste app”. Fingono di proteggervi ma vendono i vostri dati: fate attenzione

Pubblicato il 11/11/2023 09:31

Una sorta di trappola nella trappola, della quale tantissimi utenti sono completamente ignari. Le famose app anti-spam del telemarketing dovrebbero servire a impedire che le persone vengano bombardate da incessanti telefonate, ma finiscono invece per appropriarsi dei dati sensibili dell’ignara vittima di turno. Questa l’accusa rivolta da alcune associazioni di consumatori e call center, che presenteranno un esposto alla Camera il prossimo 14 novembre. Nel testo si lancia un allarme molto preciso, come riportato dalla Stampa: “Molte di queste app rubano i dati degli utenti e li vendono a terzi per riuscire a studiare il modo migliore per raggiungere l’utente senza essere fermati. Non solo. Alcune app chiedono soldi per rimuovere i numeri telefonici che hanno permesso di bloccare”. (Continua a leggere dopo la foto)
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app vendono dati

La denuncia arriva da Consumerismo No Profit che, assieme alle associazioni degli operatori telefonici, ha puntato il dito contro alcune applicazioni anti-spam. Tra queste, anche le famose Hiya e Trucaller, che molti utenti hanno scaricato sul proprio smartphone per proteggersi dalle troppe chiamate dei call center. Ignari, però, dei rischi per la propria privacy. (Continua a leggere dopo la foto)

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“Non scaricate queste app”. Vendono i vostri dati

“Come noto negli ultimi anni, a fronte dell’intensificarsi delle telefonate aggressive da parte di call center nazionali ed esteri, sono nate numerose applicazioni che bloccano in modo automatico le chiamate commerciali sui numeri degli utenti che hanno scaricato tali app – ha spiegato Consumerismo – Ad oggi risulta che 1 cittadino su 16 a livello globale abbia scaricato uno di questi servizi anti-spam, ma non è tutto oro ciò che luccica”. (Continua a leggere dopo la foto)

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Stando alle indagini degli operatori del settore, sembra iche alcune società che hanno sviluppato app anti-spam, dopo aver raccolto i dati degli utenti iscritti a tali servizi, utilizzino gli stessi dati per predisporre dei dossier che vengono successivamente mostrati agli operatori del telemarketing e delle ricerche di mercato per propagandare servizi di “miglioramento del tasso di risposta”. In sostanza, vendono a dei privati la possibilità di chiamare il consumatore senza essere bloccati. Con un doppio danno per l’utente: vede trafugati i suoi dati sensibili e, allo stesso tempo, non si protegge da telefonate indesiderate.

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