
Vi verrà da ridere, come è accaduto a noi, ma vi giuriamo che è realtà. I nostri televirologi colpiscono ancora. Sono fermi, per nostalgia di quel periodo d’oro in cui si affacciavano da ogni foglio (per dirla con De André), al 2020. E allora rieccoli a lanciare allarmi per il Natale e a dire di “proteggere i nostri nonni” evitandoli, lasciandoli in solitudine. Le folli dichiarazioni le ha raccolte in un articolo su LaVerità Francesco Borgonovo. C’è ad esempio Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali, che all’Adnkronos parla del ritorno di fiamma del Covid e dice: “La mascherina e il lavaggio delle mani sono elementi di sanità pubblica, […] sono strumenti che ci aiutano a non trasmettere le malattie infettive. È una questione di civiltà”. Rieccola la balla secondo cui le mascherine sarebbero un segno di civiltà. E poi, immancabile, i “consigli” su come apparecchiare il cenone di Natale. (Continua a leggere dopo la foto)
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Dice Andreoni: “Mettere il nonno a tavola lontano dai bambini è una cosa di intelligenza, non può essere argomento di contrapposizione”. Che meraviglia. Eccolo di nuovo, come, l’invito a isolare gli anziani. E ancora: “Evitare baci e abbracci a Natale è il vero gesto d’amore verso i nonni, gli anziani e le persone più fragili”. Bentornati nel 2020. Ad Andreoni, sempre dalla Simit, fa eco Claudio Mastroianni, past president della società, che dice: “Uno degli aspetti più importanti è educare, sin dalle scuole elementari, alla prevenzione e al valore dei vaccini”. Dopo l’educazione sessuale e di gender, prepariamoci ad avere a scuola anche l’ora di vaccino.
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