Una rabbia che non poteva che sfociare, prima o poi, in tutta la sua grandezza. Quella, feroce, dei parenti delle vittime del Ponte Morandi ancora in attesa di giustizia per quei 43 morti che potevano e dovevano essere evitati, costretti a ingoiare il boccone amarissimo di una concessione mai revocata a quell’Autostrade per l’Italia che avrebbe dovuto garantire la sicurezza delle nostre tratte e che invece, come ormai accertato, si è ben guardata dall’effettuare i controlli e la manutenzione necessaria concentrandosi, piuttosto, sulla conta dei soldi in arrivo dai pedaggi. A Genova, ora, i famigliari di quelle sfortunate persone scomparse hanno mostrato la propria indignazione con un gesto forte, duro, sacrosanto.

I parenti delle vittime del Morandi hanno infatti chiesto al primo cittadino genovese Marco Bucci che i propri parenti non vengano nominati nel corso della cerimonia di inaugurazione del nuovo viadotto. Lo ha annunciato Egle Possetti del Comitato ricordo vittime: “Per noi – ha dichiarato parlando della ricorrenza alle porte – la festa (e capperi, in questo caso vorremmo noi le frecce tricolori…..) sarà quando avremo davanti agli occhi di tutti gli italiani i colpevoli di questo massacro, quando emergeranno equità e rigore per chi gestisce i beni pubblici, e sarà quindi fatta reale giustizia per questi omicidi delle nostre amate famiglie che non hanno avuto scampo”.

“Noi vogliamo – ha concluso Possetti – quindi momenti distinti per la ‘festa’ e per il ricordo delle vittime, stante le premesse di cui sopra, abbiamo chiesto al sindaco ufficialmente di non nominare nella cerimonia di inaugurazione i nostri cari, il loro ricordo troverà spazio il 14 agosto ed in questa circostanza potranno avere il giusto rispetto che meritano. Non possiamo farli diventare un ninnolo alla festa, non lo meritano”.

Parole che arrivano in un momento particolarmente delicato, quello che vede il governo ormai prossimo al definitivo accantonamento dell’ipotesi revoca per scendere invece a compromessi con la famiglia Benetton: le ultime resistenze in merito restano quelle del Movimento Cinque Stelle, che a lungo aveva insistito promettendo agli italiani che sarebbe stata fatta giustizia e che pare però ormai destinato a chinare il capo di fronte alle volontà di un governo sempre più a trazione Pd. Lo stesso premier Conte, d’altronde, caldeggia da tempo una soluzione di compromesso che permetta di evitare strappi potenzialmente costosi per le tasche dello Stato. Con buona pace di chiede ancora giustizia e dovrà accontentarsi, con tutta probabilità, di qualche pacca sulla spalla o poco più.
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