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Alitalia diventa Alitalia Tai: Pd e 5s già in guerra per le nomine

Pubblicato il 18/06/2020 13:36 - Aggiornato il 18/06/2020 13:39

Di sicuro, al momento, c’è soltanto il nome. Che non è poco, considerando il caos che continua a regnare intorno alla nuova compagnia di bandiera, Alitalia Tai appunto (acronimo di Trasporto Aereo Italiano). Un passo avanti, per carità, in un oceano di confusione che vede impegnati da una parte il ministro per lo Sviluppo Stefano Patuanelli e dall’altra quello dei Trasporti Paola De Micheli in un’accesa battaglia per individuare i nomi dell’amministratore delegato e del presidente di questa nuova creatura, che avrà in dote la bellezza di 3 milioni di euro.

Alitalia diventa Alitalia Tai: Pd e 5s già in guerra per le nomine

Tante le indiscrezioni rimbalzate sui giornali in queste ore. Di certezze, una sola: la grande difficoltà che Alitalia Tai si troverà davanti, quella di doversi gettare in un settore, i trasporti aerei, messo in ginocchio dalla crisi figlia dell’epidemia. E che vivrà ancora di forti incertezze, considerata la facilità con cui le frontiere vengono aperte o chiuse con l’esplosione improvvisa di nuovi focolai in tutto il mondo. I nomi, dicevamo: secondo la Repubblica per la presidenza quello forte sarebbe Roberta Neri, ex numero uno di Enav. Come ad, invece, la sorpresa potrebbe essere Francesco Caio, che tra il 2014 e il 2017 è stato al vertice di Poste Italiane ed è stato consulente per il governo inglese e italiano nella definizione di strategie di digitalizzazione. Restano in pista le ipotesi Joerg Eberhart e Fabio Lazzerini.

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L’obiettivo è quello di creare una compagnia impegnata sul medio-lungo raggio, dotata di 105 aerei e che riesca a conseguire il pareggio di bilancio durante il terzo anno dei cinque previsti dal piano. Per quanto riguarda l’occupazione, resteranno fuori i 6.800 dipendenti che oggi si trovano in cassa integrazione. Alitalia Tai avrà fino a 4-5 mila dipendenti nel corso dei primi due anni, poi a dar manforte dovrebbero intervenire i soci privati per sviluppare la rete e le rotte di lungo raggio. In pole position resta al momento Lufthansa.

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Il progetto del governo sembra aver incassato l’ok dei sindacati, con Cgil, Cisl e Uil a credere nell’idea e schierati per l’introduzione di un contratto di categoria innovativo. La ministra De Micheli ha ribadito l’impegno nel non fare concorrenza alle compagnie low cost: “Giocheremo in un campo internazionale”. Restano le mille incertezze di fondo, nonostante le rassicurazioni di Conte. E l’ennesima guerra Pd-Cinque Stelle per le nomine, copione ormai tristemente visto e rivisto.

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