Il governo di Promettopoli prevede lo stanziamento di un nuovo indennizzo, ma andrà esclusivamente alle Partite Iva delle zone classificate come zone rosse. 1,6 miliardi di euro (“il massimo possibile per evitare di chiedere altro deficit”, riferisce il Corriere della Sera) spartiti tra le regioni più a rischio. Attualmente Lombardia, Piemonte e Calabria.
La geometria resta comunque variabile: “se nelle prossime settimane la situazione dovesse peggiorare, il numero delle Partite Iva che potrebbe chiedere il contributo aumenterebbe”.
Con questo indennizzo non ci sarà il limite di “5 milioni di fatturato, come previsto invece dal contributo a fondo perduto varato prima dell’estate”, ma resta il limite dei “150mila euro alla somma che potrà essere incassata e che dovrebbe essere pari al 200% del ristoro incassato con il primo contributo”.
L’obiettivo sarebbe quello di “pagare entro quindici giorni dall’entrata in vigore del decreto”, ma conosciamo fin troppo bene come funziona la macchina della burocrazia, anche nei casi di emergenza, come questo. Comunque i tempi saranno più corti per chi “ha già chiesto il primo indennizzo, ed è quindi già registrato dall’Agenzia dell’entrate”.
Davvero il governo crede che questo fondo di aiuti possa essere considerato all’altezza della situazione? Parliamo di una marea di imprese, che costituiscono il tessuto produttivo del Paese che va da Nord A Sud e copre l’intera penisola, che si trovano abbandonate alla situazione di crisi da troppo tempo. Questo è soltanto l’ennesimo misero intento del governo di provare a placare le acque agitate di imprese e famiglie in sofferenza. Briciole rispetto a quanto sarebbe davvero necessario per poter ridare il minimo vigore, consentendo la sopravvivenza.