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Afghanistan: a noi i morti, alla Cina le concessioni e a Di Maio la tintarella in spiaggia

Pubblicato il 17/08/2021 13:21

Proviamo a ricostruire, per puro dovere di cronaca condito con un pizzico di frustrazione, le ultime performance del nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Nel bel mezzo dell’emergenza esplosa di colpo in Afghanistan e che ha spazzato via, rapidamente, ogni progresso ottenuto nel Paese sul fronte della lotta al terrorismo, eccolo bello e sorridente sul bagnasciuga Togo Bay dello stabilimento balneare di Porto Cesareo, in Salento. Relax in spiaggia e tuffi rinfrescanti insieme alla compagna Virginia Saba, all’ex collega di governo Francesco Boccia e a sua moglie Nunzia De Girolamo, oltre al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

Afghanistan: a noi i morti, alla Cina le concessioni e a Di Maio la tintarella in spiaggia

Per Di Maio, evidentemente, la tintarella di Ferragosto è talmente sacra da venire prima dei suoi impegni istituzionali. E pazienza se qualche collega di maggioranza, evidentemente invidioso, ne reclama in fretta la presenza in Parlamento per riferire sulla situazione afgana. Immagini di festa e scherzi che cozzano maledettamente con quanto, nel frattempo, stava andando in scena all’estero. La fine di una missione che l’Italia per la quale l’Italia ha compiuto sacrifici enormi, con un pesante bilancio di 53 militari morti e oltre 700 feriti. Tutto vanamente.

Un costo in vite umane altissimo al quale va aggiunto quello, altrettanto pesante, economico, con oltre 8,5 miliardi di euro spesi in due decenni per finanziare prima la missione Enduring Freedom e poi la Resolute Support. Nel giro di poche settimane, a partire dai primi di giugno, le lancette del tempo sono state spostate indietro, prima che iniziassero le operazioni per liberare il Paese dalla dittatura talebana. Con la Cina pronta a fare capolino, anche se nessuno ne parla. Pechino si è già detta pronta a “collaborare” con i talebani, nella speranza di ottenere concessioni per lo sfruttamento delle preziose risorse minerarie del Paese.

Chissà se la cosa dispiaccia o meno al nostro Di Maio, che verso la Cina ha mostrato in questi anni una particolare benevolenza, ribadendo ancora a giugno come il nostro Paese sia “sulla via della seta”. Riepilogando: a noi italiani i morti e i sacrifici, alla Cina la possibilità di ricche concessioni, a Di Maio la meritata tintarella sotto il sole. Verrebbe da ridere, non fosse tutto maledettamente serio.

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