Adesso è ufficiale. Quello che fino a sei mesi fa era solo una notizia, diventa ora una notizia certa, pubblicata su Pubmed, noto motore di ricerca grazie al quale è possibile consultare la letteratura scientifica in ambito biomedico.
“SarsCov 2 non si replica solo sulla cellula umana, ma anche attraverso i batteri”, riferisce il sito Affaritaliani.it. Ma cosa significa esattamente e quali implicazioni sono sottese a questa scoperta? Prima di tutto “che il virus SARS-CoV-2 replica il suo Rna anche nei batteri del microbioma, da quello orale fino ad arrivare a quello intestinale. Ovvero, induce anche la produzione di tossine batteriche”. (Continua dopo la foto)

Il SARS-CoV-2 è, dunque, anche un batteriofago. Mediante alcuni lavori che gli autori dello studio hanno potuto effettuare, è stato osservato in vitro che contro il SARS-CoV-2 sono efficaci alcuni antibiotici.
Questa scoperta può avere delle notevoli conseguenze applicative, ovvero, pone le basi per possibili sviluppi terapeutici, ma non solo: potrebbe migliorare sia il fronte delle cure, sia quello delle rilevazioni e del tracciamento del patogeno, che si effettuerebbe “non solo attraverso il tampone naso faringeo ma anche con le analisi delle feci”. Sarebbe un notevole passo in avanti dal momento che “un tampone molecolare alle feci è molto più attendibile di un tampone nasale”
Nello specifico sono quattro gli antibiotici che hanno impedito la replicazione del virus nelle cellule batteriche. Il dottor Giuliano Marino, esperto in procedure e protocolli sanitari e in Clinical Governance, spiega: “Gli studiosi hanno testato anche gli antibiotici che funzionano contro questo ulteriore meccanismo di replicazione. Ritengo che di fondamentale importanza sembra essere la tempistica di utilizzo in virtù della presenza anche delle tossine batteriche: più vengono prodotte tossine, intuitivamente, peggiore sarà il quadro clinico. Perciò, le cure vanno somministrate il prima possibile”.
È anche vero però che “se è batteriofago, ci saranno sempre più varianti” e questo può dare problemi nell’interazione con alcuni antinfiammatori. Il Dr. Carlo Brogna in un’intervista rilasciata ad Affaritaliani, dichiarava: “Il virus è anche batteriofago e quindi sta ovunque, è ubiquitario e viene mutato costantemente. Per questo è riduttivo parlare di variante brasiliana, indiana e quant’altro: fra poco ci sarà anche la variante lombarda, o di Cinsello Balsamo. Ma la cosa positiva è che si cura”. (Continua dopo la foto)

Poi ha proseguito: “Il problema è che se il virus è batteriofago, le tossine prodotte possono essere additive ai farmaci normalmente assunti da una persona in terapia per alcune patologie. Ad esempio, potrebbero causare molti problemi alcuni antinfiammatori, gli ace inibitori, i beta bloccanti, i calcio antagonisti, i farmaci per il Parkinson, per l’Alzheimer e per molte altre patologie. Facciamo un esempio. I batteri sembrano produrre tossine simili alla fosfolipasi A 2, che agisce sia sui meccanismi della coagulazione e soprattutto su quella dell’infiammazione potenziando la polmonite. Se Il malato dovesse assumere un particolare antinfiammatorio potrebbe amplificare tali sintomi. Renderebbero più grave la polmonite. Da questa sinergia tossine- farmaci possono solo derivare aumenti di coagulazione, problemi neurologici, polmoniti”.
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