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Concessioni a perdere, non solo Autostrade: scoppia il caso acque minerali. Lo Stato le regala

Pubblicato il 12/02/2020 16:08

Italia, il paese che fa felice i privati con le concessioni statali. Non siamo ancora riusciti a smaltire il dolore e la rabbia per le concessioni autostradali che ci ritroviamo ad accendere la luce su altre concessioni, quelle legate alle acque. Come per le autostrade, le concessioni per le acque minerali sono infatti di lunga durata. Lunghissima. La metà è stata stipulata dopo il 2000 e 1 su 5 tra 1900 e 1959. Circa 60 vengono da accordi firmati 60 anni fa. E sempre a vantaggio del privato. In 11 casi la durata prevista è di circa un secolo.

Un articolo pubblicato su Panorama fa chiarezza su questo sistema: “Sette concessioni sono addirittura perpetue. Tra queste ce ne sono una in provincia di Bergamo della San Pellegrino, siglata nel giugno 1933, e una in Basilicata di Fonti del Vulture, azienda fondata nel 1896 e passata nelle mani della Coca Cola company. In media pagano un euro di concessione per 200 di guadagno”. Stessa sorte per le acque termali. Si legge su Panorama: “Qui ci sono anche casi di canoni evasi”.

In Campania, una recente inchiesta giudiziaria ha scoperto che, nonostante le tariffe al minimo, quasi metà dei canoni non viene corrisposta all’erario. “E spesso sono complessi termali e Spa di lusso con fatturati da capogiro. In totale sono state censite 295 concessioni per lo sfruttamento di acque minerali, rilasciate a 194 concessionari, e 489 per quello delle acque termali, rilasciate a 418 concessionari. Dallo sfruttamento delle acque minerali le amministrazioni pubbliche, soprattutto le Regioni, hanno ricavato 18,4 milioni di euro: lo 0,68 per cento del fatturato del settore dell’imbottigliamento delle acque minerali, che è di 2,7 miliardi di euro. Il settore impiega oltre 40 mila addetti”.

I canoni dallo sfruttamento delle acque termali, invece, sono 1,7 milioni di euro, lo 0,1 per cento del fatturato annuo del settore. Il Piemonte ha il maggior numero di concessioni di acque minerali attive (43, il 15 per cento del totale), a Veneto e Campania va il record per concessioni termali rilasciate (rispettivamente 146 e 135, che insieme costituiscono il 57 per cento del totale).

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