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Accoltellò 5 persone tra cui un bambino, ma il giudice lo assolve di nuovo. L’assurda sentenza

Pubblicato il 28/10/2023 18:59

Non si può tacere la verità per non incappare nelle intemerate e negli strali dei soloni del politicamente corretto, sicché dobbiamo dire che le città fuori controllo, le assai frequenti violenze di ogni tipo commesse da una minoranza di stranieri, probabilmente, sono anche figlie del grande senso di impunità di cui costoro godono, e questa è solo l’ennesima storia di un giudice che assolve chi si sia macchiato di reati anche gravi, in base a un malriposto e travisato senso di umanità: si possono – se si è della “giusta” etnia – accoltellare cinque persone, tra cui un bambino di 5 anni, ed essere assolti. Nell’unico Paese dove ciò sia possibile: l’Italia. Qualcuno ricorderà questo colpo d’ala della magistratura di Rimini risalente al 2021. Somale Duula, somalo oggi 27enne, su un bus di linea, alla richiesta di esibire il biglietto, che ovviamente non aveva, era esploso in tutta la sua furia, appunto accoltellando le due addette al controllo dei biglietti e poi, durante la fuga altre tre persone. Come detto, un fendente ha colpito anche un bambino, alla giugulare, ed è dunque un miracolo che il piccolo sia sopravvissuto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Nuova violenza, nuova assoluzione

A seguito di tutto questo, al processo, lo scorso dicembre il giudice lo aveva ritenuto innocente, per via delle condizioni mentali emerse a seguito della perizia psichiatrica. Nella perizia, eseguita dal professor Renato Ariatti nominato dal pm Davide Ercolani, si evidenziava “schizofrenia paranoide”, che comportava “deliri” e “forti allucinazioni”. Quantomeno, la stessa perizia si esprimeva il concetto che il richiedente asilo fosse “una persona socialmente pericolosa“, che va quindi “collocata in una struttura di detenzione per chi, come lui, è affetto da disturbi psichiatrici, affinché possa continuare le cure”. Era stato disposto un periodo di permanenza di almeno 8 anni in una struttura psichiatrica di Reggio Emilia. Se abbiamo ripreso questa triste vicenda è perché frattanto Somale Duula si è macchiato di un altro accoltellamento, a una guardia carceraria come vedremo, e anche questa volta è stato assolto, in virtù di quella medesima perizia psichiatrica. Infatti, il somalo, a pochi mesi di distanza dalle prime aggressioni, era stato accusato anche di aver accoltellato un agente di polizia penitenziaria, il 9 dicembre del 2021, durante la sua – fin troppo breve – permanenza in carcere. Tuttavia, grazie a quella perizia, anche in questo caso il tribunale lo ha assolto: dovrà solo scontare altri due anni nella Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Reggio nella quale si trova attualmente. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il tema dei risarcimenti

Per concludere, precisiamo che in assenza di condanna si crea un vulnus per il risarcimento delle persone offese e delle vittime, poiché il giudice non si può esprimere in sede civile, come scriveva dopo la prima assoluzione il Corriere Adriatico. La sei persone accoltellate non possono accedere al fondo delle vittime delle violenze e, ora, un altro crimine è rimasto pressoché impunito, giacché le porte del carcere non i sono aperte neppure questa volta per Somale Duula.

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