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Abuso d’ufficio, indagato il governatore dell’Emilia-Romagna Bonaccini

Pubblicato il 27/01/2021 13:03

Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e secondo molti successore già designato di Nicola Zingaretti nel ruolo di prossimo segretario dem, è indagato per abuso d’ufficio. Il fascicolo è stato aperto dalla Procura di Ferrara per le presunte pressioni denunciate, un anno fa, da Paolo Pezzolato, sindaco di Jolanda di Savoia in provincia di Ferrara. Un caso che era stato sollevato anche durante la recente corsa a governatore di Bonaccini.

Abuso d'ufficio, indagato il governatore dell'Emilia-Romagna Bonaccini

Secondo Pezzolato, dopo la decisione della vice-sindaca Elisa Trombin di appoggiare la candidata leghista Lucia Borgonzoni, Bonaccini avrebbe fatto pressioni perché Comuni limitrofi rifiutassero di condividere con Jolanda di Savoia alcuni dipendenti. A rivelare l’iscrizione del governatore nel registro degli indagati è stato Il Resto del Carlino, che ha raccolto le parole del difensore del presidente della Regione, Vittorio Manes: “Sapevamo dell’iscrizione ma non abbiamo alcun profilo di preoccupazione”.

Abuso d'ufficio, indagato il governatore dell'Emilia-Romagna Bonaccini

Sempre secondo il Resto del Carlino, al momento la Procura avrebbe ascoltato circa 30 persone, tra le quali i sindaci di Copparo, Tresignana e Riva del Po. Un caso non nuovo. Il primo cittadino di Jolanda di Savoia, dopo un incontro con il sindaco leghista di Ferrara Alan Fabbri e con Matteo Salvini, aveva parlato di pressioni indebite ricevute da Bonaccini durante una telefonata. In particolare, Pezzolato aveva denunciato il mancato trasferimento in comando di 5 funzionari da altri Comuni dell’Unione Terre e Fiumi. Un passaggio figlio, a suo dire, della candidatura della sua vicesindaca Trombin con la lista della Borgonzoni, rivale di Boccaccini alle regionali.

Abuso d'ufficio, indagato il governatore dell'Emilia-Romagna Bonaccini

Bonaccini si era difeso all’epoca così, con riferimento alla Trombin: “La cosa che dico solo, è che dal candidarsi con me al trovarsela di là… chiaro che dopo allora c’è un giudizio. Se per caso vinco io, come è probabile, dopo però non mi cercate più”. Il governatore aveva poi parlato di “fango”, ritenendo “surreali” le accuse e sostenendo di aver fatto “dell’onestà” la sua “bandiera di vita” e del suo “impegno politico”. Marco Fabbri e Andrea Zamboni, sindaci di Comacchio e Riva del Po, avevano a loro volta smentito la versione di Pezzolato.

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