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È vittima di abusi sessuali, ma il pm archivia il caso. Il Gip si oppone ma nel frattempo lei si suicida

Pubblicato il 06/12/2022 11:03 - Aggiornato il 07/12/2022 18:13

Abusi sessuali: il pm archivia il caso, la vittima si uccide. C’è stato un caso di malagiustizia a Milano che fa rabbrividire solo a leggerlo. Un pm aveva archiviato un caso di abusi sessuali per “silenzio della vittima“. Il Gip, però, ora ha respinto la richiesta di archiviazione e ci sarà un processo. Nel mentre, però, la vittima si è suicidata. È possibile una cosa del genere nel 2022? Ma riavvogliamo il nastro. A raccontare tutto è Sandro De Riccardis su Repubblica: “La violenza sessuale non richiede un dissenso esplicito della vittima, perché può esserci abuso anche di fronte al suo silenzio. Perché il silenzio non equivale a un consenso. Respingendo la richiesta di archiviazione della procura per una violenza sessuale da parte di un trentaduenne ai danni di una ragazza di cinque anni più giovane, con fragilità psichiche, il gip ha argomentato che ‘nella fattispecie di violenza sessuale non si richiede affatto un manifesto dissenso’ della vittima. Come ribadito diverse volte dalla Suprema Corte, è necessario invece un consenso che ‘dev’essere espresso o, se tacito’, deve essere inequivoco”. (Continua a leggere dopo la foto)

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La procura aveva invece argomentato come “l’indagato potrebbe avere frainteso il silenzio della ragazza per l’ora tarda, per la stanchezza”. E per questo il pm aveva chiesto l’archiviazione. Il Gip, però, l’ha bocciata, ordinando di formulare la richiesta di processo. “La presa di posizione del gip riguarda una vicenda del maggio 2019, quando alle tre di mattina l’uomo invita la vittima a salire sulla propria auto con il pretesto di offrirle un passaggio. Il trentaduenne avrebbe avvicinato la giovane, in zona Abbiategrasso, dopo che lei aveva litigato con un’amica e stava piangendo, ‘accovacciata a terra’. Ma poi si è diretto verso la propria abitazione “prendendola per un braccio per condurla a casa”, dove si sono consumati gli abusi”. (Continua a leggere dopo la foto)

Dopo una prima richiesta di archiviazione già respinta, il pm scrive che “non risulta che la giovane urlò o si dimenò”. E che lei non ha riferito di un “manifesto dissenso, con gesti o voce”. Argomentazioni respinte dal gip. Inoltre la vittima aveva dichiarato di aver cercato di opporsi quando veniva trascinata all’interno del palazzo” ma di trovarsi “in stato di shock e in preda alla paura”, tanto da non riuscire “a parlare o a muovermi”. La vittima, morta suicida a marzo, e i suoi genitori si sono opposti alla richiesta del pm. E ora, con la decisione del gip, ci sarà un processo. E, finalmente, giustizia. O almeno si spera.

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