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Abrignani, giusto il modello inglese: “Accettazione sociale della malattia, come con l’influenza”. I numeri

Pubblicato il 30/11/2021 14:07

Vale davvero la pena insistere con restrizioni, lockdown e obblighi di ogni sorta per contrastare l’emergenza Covid? A stare a sentire le parole di Sergio Abrignani, membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), qualche dubbio sorge in realtà spontaneo. Intervistato da Report, l’immunologo ha infatti chiarito come a breve la pandemia potrebbe essere declassata a endemia, ovvero una situazione in cui si convive con il virus come si fa, per esempio, con l’influenza.

Secondo Abrignani, per capire come si è evoluta la situazione nel recente passato basta guardare ai numeri: “Prendiamo per esempio il caso dell’Inghilterra. A gennaio del 2021, il ritmo all’interno del Paese era di 50 mila contagi al giorno, con una media di 1.600 decessi ogni 24 ore. A ottobre, il numero dei contagi giornalieri è tornato quello, ma i morti sono invece circa 150 al giorno”. Dati che, secondo l’esponente del Cts, portano a delle considerazioni ben precise.

“A un certo punto deve esserci un’accettazione sociale della malattia e dei rischi che comporta – ha sottolineato Abrignani ai microfoni di Report – In Italia anche quando ci sono le influenze peggiori, capaci di causare in alcune occasioni anche 15-20 mila morti l’anno, nessuno ha mai indossato la mascherina e non ci sono state chiusure”.

“Sappiamo bene, poi, chi sono le persone più a rischio – è stata la conclusione di Abrignani – ultrasessantenni, persone con delle gravi patologie alle spalle. Le stesse che rischiano anche di fronte alle influenze più pericolose”. Alla fine, dunque, il tanto criticato modello inglese, messo nel mirino per mesi da tutti i principali governi europei, si è rivelato quello vincente: imparare a convivere con la malattia, prendendo solo le precauzioni strettamente necessarie e senza costringere i cittadini a rinunciare a una vita normale. Qualcuno, però, non sembra ancora averlo capito.

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