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“A rischio 850 mila posti di lavoro”: l’allarme choc lanciato dai sindacati

Pubblicato il 29/07/2020 11:57

Come ampiamente prevedibile, è il turismo il settore che continua a pagare il conto più caro di fronte a una crisi economica che ha ridotto in maniera drastica il flusso di stranieri diretti nel nostro Paese per l’estate e cambiato le abitudini vacanziere degli italiani. Riducendo, innanzitutto, i giorni di relax che ogni famiglia ha deciso di concedersi, per molti quantificabili in una sola settimana di ferie. Con conseguenze devastanti per quel vasto cosmo di lavoratori stagionali che ogni anno attendono i mesi più caldi per rimboccarsi le maniche e darsi da fare.

"A rischio 850 mila posti di lavoro": l'allarme choc lanciato dai sindacati

I cartelli “cercasi” indirizzati ad aspiranti camerieri, commessi e baristi sono spariti dalle vetrine dei negozi. Il tutto mentre il segretario generale della Fisascat Cisl, Davide Guarini, lanciava l’allarme agli esponenti del governo giallorosso: “Nella migliore delle ipotesi, nel corso del 2020 sarà riattivato soltanto il 50% dei contratti stagionali”. Uno su due, insomma, nella più ottimistica delle prospettive. Servono “urgenti investimenti pubblici e privati “, visto il fallimento della politica assistenzialista (neanche troppo convinta, a causa delle imposizioni di Bruxelles) del governo.

"A rischio 850 mila posti di lavoro": l'allarme choc lanciato dai sindacati

In ginocchio, però, non c’è soltanto il turismo. Dall’automotive alla moda, la conta dei danni è pesante su ogni fronte. La segretaria confederale Uil Ivana Veronese, basandosi sui dati del Def 2020, sulle stime di Bankitalia e sulla prospettive di crescita realizzate dall’Ue ha fotografato una situazione già più che drammatica: “I posti di lavoro a rischio nel corso di quest’anno sono stimabili in un numero compreso tra i 530 mila e i 655 mila”. Questo, però, soltanto se saranno prorogati il blocco dei licenziamenti e gli ammortizzatori sociali. In caso contrario, la forbice si alzerebbe a “650-850 mila posti”.

"A rischio 850 mila posti di lavoro": l'allarme choc lanciato dai sindacati

A sommarsi, in questo periodo storico così difficile per tanti imprenditori, sono una serie di fattori: non solo gli effetti della crisi economica vera e propria, ma anche una digitalizzazione improvvisa, figlia dell’emergenza, che ha trovato impreparati tanti settori e reso molto più incerta la futura evoluzione del mercato del lavoro. Con lo Stato che dovrebbe svolgere un ruolo determinante nel rilancio dell’occupazione e che invece continua a latitare.

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