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Migranti, il governo non sa che fare: tensioni, accuse reciproche e inquietanti silenzi

Pubblicato il 29/07/2020 10:28

Mentre il tema dei migranti torna di stretta attualità, con gli episodi di Caltanissetta, Porto Empedocle e Lampedusa a occupare le prime pagine dei giornali, il governo giallorosso resta immobile, impotente. Incapace, soprattutto, di trovare una sintesi efficace che permetta di passare in breve tempo dalle parole all’azione. E invece, proprio mentre gli animi dei cittadini tornano a ribollire, esasperati già ma da mesi di lockdown e dalla crisi economica, un’idea comune sul da farsi non c’è. Tutti parlano, nessuno muove un dito. E la tensione, ovviamente, torna a salire vertiginosamente.

Migranti, il governo non sa che fare: tensioni, accuse reciproche e inquietanti silenzi

A caratterizzare l’azione di governo è il caos: Luciana Lamorgese è volata in Tunisia per tentare di convincere l’esecutivo locale a frenare le partenze verso l’Italia, Luigi Di Maio ha nel frattempo lanciato l’allarme sicurezza legato alla salute pubblica, nel timore che le nuove ondate di sbarchi possano far schizzare di nuovo verso l’alto il numero di focolai di coronavirus sparsi per il territorio italiano. Tutti sono d’accordo sulla gravità della situazione. Nessuno, però, si rimbocca le maniche. A partire dai grandi assenti di questi giorni: il premier Giuseppe Conte e i ministri del Partito Democratico.

Migranti, il governo non sa che fare: tensioni, accuse reciproche e inquietanti silenzi

Il premier, non sapendo di preciso a quale santo votarsi, preferisce metterci la faccia soltanto quando c’è da parlare del Recovery Fund o degli sforzi fatti dal governo per tamponare l’emergenza economica. I dem, invece, si trincerano silenti dietro le dichiarazioni del leader Nicola Zingaretti: “Occorre lavorare affinché il governo affronti in maniera adeguata questa maniera”. Come dire: “Siamo consapevoli della gravità della situazione ma non abbiamo lo straccio di una soluzione” . La linea Pd al momento è semplicemente sperare che la situazione si ricomponga in maniera naturale, né più né meno.

Migranti, il governo non sa che fare: tensioni, accuse reciproche e inquietanti silenzi

Nel frattempo, inevitabile, va in scena anche il rimpallo di responsabilità. Si punta il dito contro Conte, contro di Maio e le uscite inopportune, contro la Lamorgese e il capo dell’immigrazione Dibari che hanno scelto la strada dei Cara, i Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo, rivelatasi poi fallimentare. Di fondo, c’è un governo dalla vocazione europeista incapace di far sentire la propria voce a un’Europa che continua a lavarsi le mani, distribuendo pochi spicci ai Paesi membri che dovranno farsi carico con estrema fatica del problema migranti. E contro la quale nessuno è capace di muovere un solo dito.

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