Oltre 500 parenti delle vittime del Covid hanno deciso di passare all’azione, depositando in tribunale, a Roma, un atto di citazione che chiama chiama in causa la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero della Salute e la Regione Lombardia per gli errori commessi e l’impreparazione mostrata al momento dell’esplosione della pandemia in Italia. L’ennesima conferma di come la narrativa trionfale del governo, quella che dipingeva il nostro Paese come un “modello per il resto del mondo”, fosse in realtà completamente falsa.
Le famiglie che hanno deciso di chiedere il risarcimento sono residenti principalmente nelle zone più colpite dal virus durante la prima ondata di Coronavirus: Bergamo, Brescia, Milano, Monza e Brianza, Como, Varese, Cremona, Lodi, ma anche Roma, Matera, Palermo, Torino o Ravenna. Quasi tutti avevano già presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Bergamo, supportati dal Comitato “NOI denunceremo – Verità e Giustizia per le vittime del Covid-19”. Ora, come anticipato dal Corriere della Sera, hanno scelto di passare in sede civile echiedere un risarcimento danni pari a 100 milioni di euro, suddivisi per ogni famiglia.
Secondo i parenti delle vittime il governo avrebbe mostrato una totale impreparazione di fronte all’emergenza sanitaria, non ascoltando i primi pareri del Comitato tecnico-scientifico e agendo con estremo ritardo. Tra i documenti depositati, anche lo studio dell’ex generale Pierpaolo Lunelli sui piani pandemici, che mostra come l’Italia non disponesse di un piano pandemico aggiornato quando l’emergenza è esplosa a gennaio 2020. Una carenza confermata da un dossier dell’Oms pubblicato e poi fatto di corsa sparire per non creare imbarazzo a un esecutivo impegnato a vantarsi delle proprie, presunte capacità.
Una vicenda, quest’ultima, che continua a tenere in imbarazzo il governo, soprattutto nelle figure di Luigi Di Maio e Roberto Speranza: ai due ministri si è infatti rivolta la procura di Bergamo per chiedere numi sull’operato dell’Oms, che continua a impedire ai propri funzionari di testimoniare in merito all’accaduto. Domande alle quali per ora è stato opposto un silenzio che vale più di mille parole, mentre il capo della stessa procura Antonio Chiappani conferma come un piano pandemico aggiornato avrebbe potuto salvare 10.000 vite.
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