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5 Stelle, i big accusano Casaleggio: “Vuole boicottare gli Stati Generali”

Pubblicato il 23/10/2020 13:36

Continuano a volare stracci all’interno del Movimento Cinque Stelle, con la frattura sempre più evidente tra i big e Davide Casaleggio, presidente dell’associazione Rousseau, accusato in queste ore anche di voler “delegittimare gli Stati Generali”. Tutta colpa di un’intervista rilasciata da quest’ultimo a Ominbus, su La7, durante la quale sono stati affrontati alcuni dei punti che saranno oggetto di discussione nel corso della kermesse pentastellata, in programma il 7 e l’8 novembre. Durante la trasmissione, Casaleggio ha innanzitutto ribadito il suo secco “no” all’ipotesi di una guida collegiale, troppo simile a suo dire alle “vecchie strutture partitiche”.

5 Stelle, i big accusano Casaleggio: "Vuole boicottare gli Stati Generali"

Casaleggio si è espresso anche sull’abolizione del vincolo dei due mandati, sostenendo che una cancellazione andrebbe “contro i principi fondanti del M5S dai tempi del V-day”. Agli occhi degli esponenti grillini, in primis quelli vicini al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, una mossa per tentare di impedire una riorganizzazione del Movimento che al presidente di Rousseau non piace e non è mai piaciuta.

5 Stelle, i big accusano Casaleggio: "Vuole boicottare gli Stati Generali"

Un passaggio che non ha fatto altro che aumentare la tensione in vista di un appuntamento che promette scintille. Tre i grandi temi che il Movimento si troverà ad affrontare nel corso degli Stati Generali, tutti al momento ancora oggetto di forte discussione: l’organizzazione interna (con la questione del capo politico), la prospettiva politica e principi. I confronti saranno innanzitutto provinciali, poi si andrà a una fase regionale e infine al momento conclusivo, sempre da remoto per evitare pericolosi azzardi in tempi di pandemia.

Non sarà un congresso vero e proprio, non ci saranno mozioni né una votazione su un leader. Gli orientamenti avallati dagli Stati generali saranno successivamente girati al reggente Vito Crimi e a quel punto si sceglieranno i nomi che daranno corpo ai futuri assetti. Di Maio, a capo dell’asse più forte, ha ribadito ancora una volta la sua predilezione per una guida collegiale e sottolineato l’importanza dell’alleanza stretta con il Pd. Spazio, per chi la persa diversamente, non sembra esserci. Anche se i colpi di scena, in un Movimento così frantumato, sono dietro ogni angolo.

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