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“20 milioni di licenziati a breve termine”. Studio choc, cosa sta per succedere in Europa. E sul reddito universale…

Pubblicato il 13/02/2024 14:58

Le novità che arrivano grazie a una ricerca del Centres of European Policy Network, un centro studi che opera in Germania, Francia e Italia, sono impressionanti. L’Agenzia ha effettuato calcoli precisi sul futuro del mondo del lavoro in Europa. E i dati che ha appena presentato sono da brividi. Si parla di 20 milioni di posti di lavoro persi nel nostro Continente “in tempi brevi”: La rivoluzione in arrivo, dunque, non è proiettata in un futuro lontano. E’ già qui e bussa alle nostre porte. O meglio, a quelle delle istituzioni, che però appaiono ancora distratte e impreparate. Stiamo ovviamente parlando di rivoluzione tecnologica e delle famigerate intelligenze artificiali. Che come molti temevano, rivoluzioneranno il mondo del lavoro. E non in meglio, almeno dal punto di vista delle persone. (continua dopo la foto)

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“Mentre i precedenti progressi tecnologici hanno aumentato le competenze dei dipendenti e quindi la loro produttività”, si legge nello studio, “la cosiddetta AI generativa distruggerà in modo irreversibile interi profili professionali”. Una prospettiva così drammatica da far prevedere conseguenze sociali gravi. “Circa 20 milioni di lavoratori nell’Ue perderebbero il posto di lavoro a breve termine”, prosegue lo studio. “Con conseguenti disordini sociali, se non si prendono rapidamente delle precauzioni, vista la velocità di sviluppo delle IA”. E a essere minacciati per primi, a differenza che in passato, saranno i profili professionali più qualificati. “Circa un posto di lavoro su dieci sarà interessato entro la fine del decennio”, rincara la dose Anselm Kuster, autore dello studio insieme alla nostra esperta Eleonora Poli. (continua dopo la foto)

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“Le persone interessate sono politicamente ben collegate e hanno un’influenza sociale rilevante”, spiega la ricercatrice. “Allo stesso tempo, questa ondata di proteste nell’Ue si scontrerà con un sistema socio-politico impreparato e frammentato a livello nazionale. I vecchi dibattiti sul reddito di base per garantire posti di lavoro tradizionali devono essere superati e sostituiti da formule innovative”. Insomma, si torna inevitabilmente a parlare di reddito di base, o reddito universale. Perché anche molte altre categorie di lavoratori saranno coinvolte in questo processo. Basti vedere cosa sta succedendo con i licenziamenti nel settore delle consegne e dei magazzini. Considerando che già venti milioni di lavoratori in meno sarebbero una bomba sociale e un disastro per l’economia e per i consumi, c’è da sperare che le istituzioni comincino immediatamente a cercare soluzioni sostenibili.

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