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“13 atleti soccorsi in mare aperto”. Raffica di “malori improvvisi” durante una gara di nuoto in Italia

Pubblicato il 13/06/2022 08:44

Una gara sportiva che ha vissuto attimi di forte preoccupazione, con tanti atleti che hanno accusato improvvisamente dei malori e hanno avuto bisogno di ricorrere alle cure mediche. Tutto è successo nel mare della Costiera Amalfitana in occasione di una competizione di nuoto di fondo che aveva visto la partecipazione di 350 persone: di queste, ben 13 si sono trovate improvvisamente in difficoltà e hanno avuto bisogno di aiuto.

Come raccontato dal Corriere del Mezzogiorno, per soccorrere i tredici atleti che hanno accusato dei malori è stato necessario l’intervento degli uomini della Capitaneria di porto, pronti ne prestare le prime cure e accompagnare a terra i nuotatori. I soccorsi sono resi necessari nel tratto tra Vietri sul Mare e Cetara: una volta fuori dall’acqua, i nuotatori hanno trovato ad attenderli due ambulanze fatte arrivare nel frattempo al molo Manfredi di Salerno. Per fortuna, per nessuno è stato necessario il trasporto in ospedale.

Non è ancora chiaro quali siano stati i motivi del malore accusato dagli atleti in gara, soccorsi tempestivamente grazie anche alla presenza di un gommone della Protezione Civile che seguiva da vicino lo svolgersi della competizione. Nella stessa giornata, la Capitaneria è dovuta intervenire al largo di Agropoli per aiutare un uomo colto da infarto mentre si trovava su un’imbarcazione a circa 14 miglia di distanza dal porto di Agropoli. Trasportato all’ospedale di Vallo della Lucania, il paziente è ora fortunatamente in condizioni di salute stabili.

Nelle scorse ore, aveva fatto il giro dei social la drammatica notizia di un altro grave malore improvviso, purtroppo fatale: un medico di 48 anni, Pasquale Condoma, si era accasciato di colpo sul ciglio della strada mentre stava facendo jogging a Montesilvano, in provincia di Pescara. Inutile l’arrivo dei soccorsi, allertati da alcuni testimoni che avevano assistito alla scena: per l’uomo non c’è stato niente da fare.

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