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“La metà sono cambiali”. La trappola Ue nascosta sotto il mantello del Pnrr

Pubblicato il 14/04/2022 11:12

I primi soldi promessi dall’Unione Europea sono finalmente in dirittura d’arrivo. Ma da festeggiare, come sempre quando c’è di mezzo Bruxelles, c’è ben poco: 21 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (il famigerato Pnrr) stanno per finire nelle casse dello Stato, ma di questi ben 11 sono in realtà prestiti e andranno successivamente restituiti. Un conto che, ovviamente, pagheranno i cittadini, che nel frattempo si trovano a fare i conti anche con un inasprimento delle regole sul fronte fiscale, sempre per compiacere l’Ue: scatteranno multe per i commercianti che non daranno la possibilità di pagare con il Pos.

Come spiegato da Filippo Calieri sulle pagine del Tempo, dei 21 miliardi che l’Ue sta dirottando verso le casse del Tesoro, ben 11 sono in realtà “cambiali”. Una nota del Ministero dell’Economia spiega infatti che l’importo versato ha un ammontare complessivo “di circa 24,1 miliardi di euro, con una parte di contributi a fondo perduto pari a 11,5 miliardi e una di prestiti di circa 12,6 miliardi”. Risorse che potrebbero far pensare a una bella iniezione di liquidità, quanto mai necessaria in un momento come questo. Inutile però farsi illusioni: si tratta, senza troppi giri di parole, di debiti.

Le entrate saranno infatti “probabilmente contabilizzate con una diversa indicazione nell’enorme fardello che grava sul bilancio pubblico”, scrive il Tempo. Debiti finanziati con emissioni da parte di Bruxelles per conto di tutti i Paesi membri. E che comunque, in futuro, andranno ripagati. A farlo saranno, ovviamente, “in maniera più o meno diretta i cittadini”. Sempre sperando, poi, che questi fondi vengano quantomeno utilizzati in maniera utile al Paese, con opere e progetti che però, almeno per ora, faticano a decollare.

Tra l’altro qualche soldo era già arrivato nelle nostre casse ad agosto scorso, sotto forma di prefinanziamento, e l’Europa si è comportata come se avesse versato un anticipo da scontare nelle rate successive: “L’importo effettivamente versato di 21 miliardi è al netto di una quota che la Commissione trattiene su ogni rata di rimborso, pari al 13% del prefinanziamento ricevuto ad agosto 2021 dall’Italia”. Quei 24 miliardi sono dunque diventati 21 perché l’Ue non fa sconti, con trattenute su quanto già erogato. Con crescente difficoltà da parte dei partiti che sostengono il governo Draghi, impegnati a far fare bella figura a un’Europa che ci promette aiuti e poi offre, in sostanza, cambiali.

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