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Il Mes non passa mai di moda: l’Ue (e la sinistra) si preparano a tornare alla carica

Pubblicato il 23/03/2022 13:18

Si parla ormai da oltre dieci anni del cosiddetto Mes, il Meccanismo di Stabilità Europeo che l’Ue ci presenta puntualmente come una panacea in grado di guarire i Paesi da ogni male economico, risanando bilanci e salvando banche in difficoltà. Con gli esperti, quelli ancora dotati di un pensiero critico, a sottolineare quanto rischioso sia attivare il meccanismo, puntando il dito contro dei prestiti vincolati dalla sottoscrizione di un’intesa con la Commissione Europea. Le contropartite? Come prevedibile, i tagli alla spesa pubblica, le privatizzazioni, l’aumento delle tasse, una riduzione delle pensioni. Non proprio il più allettante degli scenari, verrebbe da pensare. Eppure il Mes è ancora lì, pronto a fare capolino.

Con l’esplosione della crisi in Ucraina e le tante incertezze che hanno fatto impazzire i mercati, ecco infatti che si è già tornati a parlare di Mes. I fedelissimi di Bruxelles, obbedienti a ogni direttiva europea, hanno ricominciato a tesserne le lodi. Cercando di nascondere agli occhi dell’opinione pubblica la vera natura di questo strumento. Sulle pagine di Panorama, Francesco Bonazzi ha spiegato così il funzionamento del Meccanismo: “Se uno Stato attiva il Mes, il suo debito viene garantito (dal Mes stesso, non dalla Bce) ma poi deve fare tutto quello che gli si dice, altrimenti non arriva la prossima ‘tranche’ di aiuti”.

In sostanza, per Panorma il Mes è “l’intervento di Bce, Fondo monetario internazione e Commissione europea che si fa sistema”, “la Troika che si smaterializza e si fa Trattato”. Un organismo intergovernativo armato con 800 miliardi di euro e in grado di concedere prestiti ai Paesi in difficoltà, così da garantire aggiustamenti macroeconomici, fino al finanziamento per la ricapitalizzazione indiretta delle banche. Può comprare titoli, concedere linee di credito precauzionali, procedere a ricapitalizzazioni dirette. Soluzioni che però al momento nessuno Stato, viste le possibili conseguenze, ha scelto di perseguire.

Italia e Germania non hanno ancora ratificato il Mes, però. Da qui le tante pressioni di Bruxelles sul nostro governo affinché la firma venga apposta il prima possibile, senza indugiare oltre. La guerra in Ucraina ha un po’ scombussolato i piani dell’Ue, che ha deciso così di riproporre il Meccanismo, dopo qualche settimana, come possibile soluzione anche per questa crisi, dopo che in passato si era già parlato, per esempio, di “Mes sanitario” per far fronte all’emergenza Covid. Tra i tifosissimi dell’organismo, ovviamente, Paolo Gentiloni e un’ampia frangia del Partito Democatico. Mario Draghi, invece, tituba: non che sia contrario, per carità, ma sa che intestarsi questo passaggio potrebbe comprometterne l’immagine agli occhi degli italiani.

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