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Circolare choc: anche con due dosi puoi finire in Dad. Quindi il vaccino non basta più?

Pubblicato il 07/11/2021 10:57 - Aggiornato il 07/12/2022 18:36

Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione, fece un proclama roboante: “Mai più Dad”. Per poi mettere le mani avanti: “Ho innanzitutto detto che si torna in presenza”. Le nuove linee guida sulle quarantena a scuola contengono una nota tecnica con le “Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da Sars-Cov-2 in ambito scolastico”. Tale nota è stata redatta dall’Iss, dal ministero della Salute, Regioni e ministero dell’Istruzione. Ribadisce quanto in teoria doveva già apparire chiaro: il rientro degli studenti in classe, posta in isolamento perché accertato un contagio, dipende dalla velocità (o meno) con la quale si fanno i tamponi di verifica.

Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, dice a La Verità: “Se i tempi tecnici con cui le Asl svolgono queste operazioni” rallentano, va da sé che anche il ritorno alla Didattica rallenterà. E Giannelli amaramente constata come i tempi tecnici siano stati tutt’altro che rapidi. “Essendo questo anno il numero di casi molto inferiore rispetto all’anno scorso, si può sperare che la situazione alla fine risulti più gestibile“.

Ma c’è un particolare nelle nuove norme che genera perplessità: se dovessero affiorare non uno, ma due casi di Covid, allora vaccinati e guariti saranno sottoposti a sorveglianza ma potranno andare a scuola. Tutti gli altri andranno in quarantena. Ma gli istituti non possono sapere quali studenti si siano vaccinati e quali no e lo ribadisce anche la nota: “Tali dati non sono nella disponibilità della scuola”. Sarà la Asl a stabilire dunque chi potrà rientrare in classe e chi no. Ma è il segreto di Pulcinella: chi rimarrà in quarantena da non vaccinato sarà noto a tutti – dalla sua assenza. E soprattutto, secondo quale criterio scientifico se gli infetti sono due, al vaccinato basta dimostrare di non essere contagiato? E perché se gli infetti sono tre, invece, chi si è inoculato deve barricarsi in casa?

Viene il dubbio che la protezione offerta dalle dosi di vaccino abbia una scadenza molto più stretta di quella che si prevedeva o che veniva detto, da qui l’urgenza di porre rimedio qualora i contagiati salgano anche in presenza di vaccinati. La cosa d’altronde non dovrebbe sorprendere. In Gran Bretagna, già da oggi, sono state anticipate le terze dosi del cosiddetto “booster”: il richiamo sarà infatti a 5 mesi dalla seconda dose, in anticipo rispetto ai sei mesi inizialmente previsti. E questi sono tutti dati che ci restituiscono una inquietante verità: il vaccino non protegge né abbastanza né tanto a lungo quanto ci viene detto. E questa assurdità si ripercuote, inesorabilmente, anche sull’educazione e sulla vita dei nostri figli.