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Belpietro: “L’ultima vergogna sui vaccini!” Il direttore de La Verità lancia l’allarme

Pubblicato il 05/05/2024 12:00 - Aggiornato il 05/05/2024 13:19

Una nuova strategia per sabotare la Commissione d’inchiesta su  Covid-19 e vaccini: nascondere la verità in piena luce. Spieghiamo ci meglio. Oramai il vaso di pandora è stato scoperchiato: gli effetti avversi e i danni collaterali – frequenti e gravi – del vaccino contro il Covid erano ben noti, e oggi lo scrive persino la Repubblica, come vedremo. Sembrerebbe una buona notizia, se non fosse che proprio la testata in mano a John Elkann, così come gli altri “giornaloni”, ha per anni sparso il virus del terrore, della psicosi e, soprattutto, ha bollato di complottismo chiunque osasse eccepire sulla narrazione dominante, denigrandolo e affibbiando una generica etichetta di No Vax o quella omnicomprensiva e sempre valida di negazionista. Adesso, invece, pare quasi normale asserire che  Roberto Speranza sapesse che il 20% degli effetti avversi era grave se non mortale, una cosa che da sole avrebbe dovuto scatenare una unanime levata di scudi. Fa bene, dunque, Maurizio Belpietro, direttore de La Verità, a stigmatizzare la nonchalance con cui, ora, trattano gli effetti avversi come evidenze consolidate. AstraZeneca lo ha ammesso persino in tribunale. (Continua a leggere dopo la foto)

Tentativo di sabotaggio

Un articolo su la Repubblica ha citato uno studio chiamato “Global Covid Vaccine Safety”, pubblicato sulla rivista Vaccine, che ha esaminato i dati di 99 milioni di vaccinati riceventi circa 250 milioni di dosi dei tre principali vaccini anti-Covid (Moderna, Pfizer-Biontech e AstraZeneca). L’obiettivo era stabilire gli eventi patologici con una frequenza maggiore rispetto alla popolazione non vaccinata. Ma ancora la Repubblica ricorda come sia fondamentale basarsi “su dati scientifici accurati” e considerare tutte le prospettive quando si discute degli effetti avversi dei vaccini. Tradotto, come peraltro è scritto letteralmente: “Non c’è bisogno di una commissione d’inchiesta”, perché “bastano gli studi scientifici”. In quest’ultimo passaggio, si noterà, il quotidiano della sinistra radical-chic o “delle ZTL” dimostra di tenere il punto; una conversione talmente clamorosa sarebbe stata troppo evidente. Ma poi leggiamo cose come: “i vaccini sono farmaci e, come tutti i farmaci, hanno effetti collaterali indesiderati”, che è la frase con cui Antonio Cassone introduce il proprio articolo su la Repubblica. Una ovvietà facilmente intuibile, peccato che compaia nero su bianco con un ritardo estremo e colpevole, e peccato che proprio la Repubblica, per anni, abbia ridicolizzato, ridimensionato, denigrato e offeso chiunque (premi Nobel compresi, pensiamo al compianto Montagnier) chiunque osasse ricordarlo. (Continua a leggere dopo la foto)

Gli effetti avversi

E dunque, ora, si fa finta di niente? Non possiamo e non vogliamo, e non dobbiamo accettarlo. Non può finire tutto nella bolla di sapone del “Si sapeva”, o “Non c’è bisogno della Commissione”. Belpietro, poi, si sofferma sull’ineffabile ex ministro Roberto Speranza, che oramai ovunque vada a presentare il suo capolavoro letterario, viene accolto da una folla inferocita e dalle vittime di quegli stessi effetti avversi – “trombosi, miocarditi, sindrome di Guillain-Barrè, pericarditi, encefalomielite disseminata acuta – che fino all’altro giorno si negavano e, ora che non si può più nascondere la realtà, vengono normalizzati. In particolare, il direttore cita un altro giornale di quelli che hanno magnificato le doti del vaccino, negandone ogni controindicazione, e che ora tentano di rifarsi una verginità: Il Foglio parla di “leoni da tastiera” e “buzzurri da riviera”, un bel campionario di offese per gente che ha visto la sua vita drammaticamente segnata. È francamente vergognoso. (Continua a leggere dopo la foto)

AstraZeneca ritira il vaccino (solo ora…)

D’altronde è lo stesso giornale, fortunatamente assai poco letto dagli italiani, che di Speranza, Conte e Draghi era il megafono ai tempi del vaccino che ci avrebbe “salvato”, del Green pass che – diceva Draghi – ci avrebbe garantito di non essere contagiati e non contagiare il fantomatico virus, e degli effetti avversi che “ci sono sempre stati”. Un po’ come i “malori improvvisi”. Ma non può certo finire così, conclude Belpietro il suo editoriale: “Non si può far finta di niente, “liquidando la faccenda come una cosa vecchia e pure risaputa”, e se AstraZeneca ritira alla chetichella il suo vaccino una ragione ci sarà.

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