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“Una clava politica”, Speranza mette le mani avanti. La commissione d’inchiesta sul Covid è imminente

Pubblicato il 01/03/2023 21:41

Giornata storta, oggi, per Roberto Speranza. E non solo. Abbiamo appena scritto della chiusura delle indagini di Bergamo e della notifica per lo stesso ex ministro della salute, per Giuseppe Conte e altri diciotto indagati; ora l’ex ministro, con il suo operato, si troverà certamente al centro delle discussioni della commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia, che, stando alle parole dell’attuale ministro della Salute, Orazio Schillaci, è imminente. Il suo predecessore, frattanto, mette già le mani avanti. “La Commissione, per come la stanno costruendo, si configura come una clava politica, mi dà l’idea di un tribunale incaricato di attaccare gli esponenti dell’opposizione”, ha dichiarato Roberto Speranza, come leggiamo sul quotidiano Libero. Aveva destato scalpore la dichiarazione di Giorgia Meloni, tra le sue prime dichiarazioni da presidente del Consiglio, di voler aprire una commissione d’inchiesta sulla gestione del Covid. Non era, dunque, una boutade propagandistica. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il ministro Schillaci, intervenuto all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Pisa, ha infatti affermato: “La commissione sta per nascere. Non sono un parlamentare quindi non seguo quei lavori, so però che si sta facendo”. Ha ripreso l’annuncio anche Galeazzo Bignami, esponente di Fratelli d’Italia e viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma soprattutto uno dei principali promotori dell’istituzione di tale commissione: “Ritengo si dovrà parlare di tutto, senza confini“. (Continua a leggere dopo la foto)

Ancora Roberto Speranza, ministro della salute in entrambi i governi Conte e poi nell’esecutivo a guida Mario Draghi, ha infine ribadito: “Ho sempre detto che chiunque avesse responsabilità, dal sindaco del più piccolo Comune al capo dell’Organizzazione mondiale della Sanità, dovrebbe essere pronto a rendere conto del suo operato“. Ora, il primo a dover rendere del suo operato conto sarà proprio lui.

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