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“Graziati i truffatori del reddito di cittadinanza”. Sorpresa nella legge di bilancio. Cosa combina il governo

Pubblicato il 26/02/2023 12:37 - Aggiornato il 29/04/2023 10:24

Il Reddito di cittadinanza ha ormai vita ridotta per il 2023, per poi sparire del tutto nel 2024, come previsto dalla legge di Bilancio dello Stato. Tra le righe del provvedimento emerge che dal primo gennaio 2024 spariranno i primi 13 articoli del decreto sul Reddito stesso, comprese però, questo è il punto, tutte le norme che puniscono chi abusa del sussidio. Lo anticipa, tra gli altri, la Repubblica. Ma andiamo con ordine: la sanatoria del governo Meloni potrebbe salvare chi ha incassato il Reddito di cittadinanza senza averne diritto e chi è stato condannato per questo reato finanche con una sentenza ormai definitiva. Tra i 13 articoli che verranno cancellati, difatti, interessa in particolare l’articolo 7, quello che definisce il reato di indebita appropriazione del Reddito, con le relative pene: chi incassa l’aiuto pubblico sulla base di dichiarazioni o documenti falsi può essere punito con il carcere da due a sei anni; chi omette di comunicare che il suo reddito e il suo patrimonio siano migliorati nel mentre ancora riceva il reddito, attualmente rischia il carcere da uno a tre anni. (Continua a leggere dopo la foto)
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Secondo la Repubblica, ci troveremmo dinanzi ad una abolitio criminis, circostanza che è regolata dal Codice penale all’articolo 2, secondo comma. Il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari non manca, dunque, di ricordare che, in campagna elettorale, proprio Giorgia Meloni abbia denunciato le migliaia e migliaia di truffe che il Reddito di cittadinanza ha generato “favorendo anche criminali, mafiosi, spacciatori”. Il timore è che – poiché il Reddito di cittadinanza, anche se limitato a sole 8 mensilità nel 2023, è per ora in vigore – nuovi truffatori, in ragione dell’impunità che deriverebbe dall’abrogazione dell’articolo7, sarebbero quasi “incoraggiati” a presentare domanda, pur non avendone diritto, negli ultimi mesi di vita del sussidio statale. (Continua a leggere dopo la foto)

Introdotto nel 2019 dal governo Conte I, dopo che nel 2018 erano stati approvati i fondi per il Reddito stesso – tutti ricordiamo dell’esultanza di Di Maio sul balcone di Palazzo Chigi, commentando “Abbiamo abolito la povertà – dal prossimo primo gennaio sarà abolito per volere del governo Meloni. Nel 2023 hanno diritto a dodici mensilità i nuclei familiari con minorenni, disabili o persone con più di 60 anni, nonché, per sole sette mensilità, i cosiddetti “occupabili”.

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