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“Tutti i soldi promessi non sono mai arrivati. Vado alla Croce Rossa per ritirare il cibo”, l’appello disperato di Nadia

Pubblicato il 04/01/2021 17:09 - Aggiornato il 05/01/2021 18:01

Di seguito pubblichiamo la lettera inviataci da Nadia, la quale ci informa: “Le rimando  integralmente ciò che ho già inviato a Inps, Agenzia delle entrate, ministri dell’Economia e  dello Sviluppo, senza ad oggi aver ottenuto nessuna risposta. In data 4 dicembre, ho inoltrato la mia richiesta di contributo del fondo perduto alla commissione di riesame dell’agenzia delle entrate di Desio, e anche ad oggi non ho avuto nessuna risposta. Lascio quindi a Lei immaginare come sia potuto passare il Natale per me e mia figlia”.

Caro Signor Ministro dello Sviluppo economico, mi rivolgo a Lei per raccontare brevemente la mia storia, che sarà una storia purtroppo di molti e che sarete anche già stanchi di sentire però credo sia doveroso far parte dei tanti per dare voce a questo sfacelo economico e morale che sta avanzando sempre più in Italia che avete coraggio di chiamare tutti Bel Paese. 

Mi chiamo Gianetti Nadia ho 53 anni, dopo 32 anni di lavoro sono stata licenziata perché l’azienda versava, e versa tutt’ora, in una crisi profonda. Decido così che il mio destino non dovrà più essere nelle mani di qualcuno che dall’oggi al domani ti sbatte a casa ma che l’artefice del mio destino dovrò essere io. Sfrutto quindi le mie origini portando un po’ di tradizione romagnola a Saronno paese dove sono nata e cresciuta, apro quindi una piadineria. Ma non una piadineria qualunque, bensì una piadineria dove la ricetta è di famiglia e dove viene fatto tutto rigorosamente “a mano” con tutti i prodotti che arrivano dal territorio romagnolo.

Apro il 5 novembre 2019 , investendo tutti i miei risparmi, tfr e tantissime energie, scelgo una zona di Saronno dove sono presenti tutte le scuole superiori, è chiaro quindi che l’attività si è pensato di farla gravitare attorno agli studenti. Da febbraio in poi (quindi a soli due mesi dall’apertura) la storia la conoscete! Da quel momento in poi è iniziato un incubo. Sono separata e ho una figlia che frequenta l’università.

All’improvviso ci siamo trovate senza più i soldi nemmeno per mangiare. Ho scritto al comune, sono entrata nelle liste dei poveri del mio paese. Vado ogni 15 giorni alla croce rossa a ritirare il mio pacco di pasta, latte, zucchero, fagioli e passata di pomodoro. Di questo però non si vive, per vivere una vita dignitosa c’è bisogno di molto altro ma, soprattutto, mia figlia ha diritto di studiare e io non riesco a pagarle gli studi. Tutti questi soldi che sono stati “promessi” non sono mai arrivati, ho percepito 600 euro a marzo e 600 ad aprile che non sono nemmeno bastati per pagare l’affitto del negozio. Ho fatto la domanda per averli anche a maggio e, la domanda è stata rifiuta. Ancora oggi dopo telefonate e mail con funzionari dell’Inps non ho ancora capito il perché non ho avuto diritto al bonus. Per non parlare del contributo a fondo perduto, rifiutato anche questo!

Dopo settimane trascorse al telefono senza riuscire a parlare con nessuno dell’Agenzia delle Entrate, per avere spiegazioni in merito al rigetto, ho deciso di prendere un appuntamento online. L’opzione “contributo fondo perduto” ovviamente non c’era quindi prendo un appuntamento “a caso” pur di riuscire a parlare con qualcuno. Arrivo negli ufficio e l’impiegata mi dice che quella non era la sede per avere informazioni riguardo il fondo perduto. Dopo aver perso la pazienza, la signora mi fa parlare con un collega il quale mi dice che, come spiegato al commercialista, il contributo è stato rigettato perché io ho aperto la p.iva a metà del 2018. Spiego quindi che la partita iva è stata aperta, mantenendo l’attività INATTIVA, unicamente perché dovevo partecipare al bando della regione Lombardia Intraprendo e che i fornitori, OVVIAMENTE per iniziare a fatturarmi: cucina, lavori di muratura, elettrici, idraulici ecc. avevano bisogno della p.iva. Gli presento inoltre il decreto dove c’è scritto nero su bianco che uno dei requisiti per avere diritto al fondo è avere iniziato l’attività dopo il 31-12-2018. Io ho dichiarato l’inizio attività a ottobre 2019 con la Scia. Risposta: fa fede la data dell’apertura della p.iva e non quella dell’inizio attività quindi signora non ha diritto al fondo perduto di 2000 euro. 

Ora concludo perché sicuramente la storia, è una storia come tante, e sarà stanco di sentire sempre lo stesso disco rotto. Però devo farLe una domanda:  DOV’E’ LO SVILUPPO ECONOMICO E IL SOSTEGNO ALL’IMPRENDITORIA? DOV’E’ LO SVILUPPO DI QUESTO PAESE ? Me lo spieghi Signor Ministro, dov’è?  E chi viene aiutato? Chi ha già aziende consolidate negli anni e che negli anni ha già avuto modo di guadagnare? E le nuove e piccole imprese, cosa fate? Le abbandonate per un giochetto di date? Per un’ interpretazione di decreto? Non è giusto lasciare morire di fame le famiglie in questo modo, non è giusto essere licenziati perché a 53 anni sei quella che in ufficio costa di più all’azienda e, mentre cerchi di rialzarti contando sulle tue forze, tutte le istituzioni, nel momento del bisogno, ti sbattono la porta in faccia con stupide scuse.

A tutti quelli che prendono la decisione di rovinare la gente bisogna dire di provare a mettersi nei panni di un genitore che all’improvviso deve spiegare al figlio che non può più nemmeno andare dal dentista o a fare qualunque visita perché non ci sono soldi, spiegare a una ragazza di 21 anni che non ci sono i soldi per comperare i libri per l’università e nemmeno per la retta dell’università. Se solo riusciste ad immedesimarvi per un momento, forse i decreti prenderebbero corpo in maniera differente. Queste nuove restrizioni daranno il colpo di grazia alla mia attività, a me e a mia figlia. Promettete  “ristori” per i settori maggiormente colpiti. Io sono sicura che troverete il modo per non ristorarmi nemmeno questa volta, sappiate però che avrete tantissimo sulla coscienza, se il prezzo da pagare per non prendere il Covid è rovinare economicamente e psicologicamente intere famiglie, forse è meglio prendere il Covid.