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“Sono stato un fesso a rimanere in Italia?” La Marina militare, il porto e le aziende. Ecco come hanno spento Taranto

Pubblicato il 15/01/2021 10:43

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviataci da uno dei nostri lettori.

Gent. senatore Gianluigi Paragone, innanzitutto approvo ed apprezzo ( come tanti ) la Sua presa di posizione netta nei confronti del M5S , coerente e corretta nei confronti degli elettori.

Sono Alessio Stefanelli giovane Mastrobirraio- artigiano/imprenditore di Taranto , città dei due mari, città dell’ Italsider, della Cementir , dell’ Eni, del porto industriale, della Marina Militare Italiana, dell’Aeroporto. Taranto era una Città ricca, da invidiare.

Purtroppo quasi tutte le realtà elencate non ci sono più o sono in crisi, come L’Italsider ( ora ILVA ) fiore all’occhiello dell’industria dell’acciaio negli anni 70/80/90. Miglior acciaio esportato in tutto il mondo, i  Cinesi venivano a Taranto in delegazione armati di  macchine fotografiche per carpire i segreti dell’acciaio prodotto a Taranto. 

La Cementir , che  produceva il cemento distribuito in tutta Italia, è chiusa già da molti anni. È rimasta solo come memoria, un agglomerato fatiscente di cemento.

La Marina Militare Italiana, per anni partner indissolubile di Taranto, con il Muraglione che taglia tutta la Città,una presenza mai stata ingombrante, con il suo CAR – Centro Addestramento Reclute, ormai non più operante, come l’ Arsenale ormai dismesso, e  tutta la Marina Militare ormai pesantemente ridimensionata.

Il Porto industriale, un fantasma adagiato sul mare dopo che Evergreen ha abbandonato Taranto per il porto di Bari . E’ notizia di questi giorni che il porto di Taranto è stato ceduto ai Cinesi……. Anche questo è andato……..

L’Aeroporto Arlotta….cattedrale nel deserto.. usato miracolosamente da Alenia partner della Boeing per la costruzione delle fusoliere. Mai utilizzato come scalo passeggeri.

Per non parlare della crisi commerciale che ha portato alla chiusura di centinaia di attività. Strade del borgo spettrali specialmente di notte. 

Con tutto ciò non ho voluto deporre le armi della fiducia ed andarmene dalla Mia città. Mi sembrava da ” vigliacchi” non partecipare con il mio piccolo contributo allo sviluppo di Taranto. E’ facile scappare dalle difficoltà, sarebbe stato per me molto più semplice aprire la mia attività al nord, con maggiori opportunità di lavoro e di sviluppo.

Sono stato un FESSO?

Oggi ho molti dubbi sul mio coraggio, dopo 10 anni dall’apertura del mio Microbirrificio, uno dei primi in Puglia,  sono ancora qui ad affrontare le sfide  quotidiane ormai insuperabili,  per mantenere aperta la Mia attività.

Ora il Covid , che non sembrava , a detta di Quelli che ci governano, così minaccioso, eravamo pronti ad affrontare una guerra con le armi adatte. Solo che le armi erano mazze e bastoni come l’Armata di Brancaleone

La verità e che non eravamo pronti e ne paghiamo le conseguenze, di vite umane e di economia. Di Covid si muore anche per rassegnazione.

RISTORI…. una parola Cristiana che non era molto usata  fino a quando non l’ha pronunciata il premier Conte. Ristoro per la mia conoscenza è una sorte di aiuto ad uno che è assetato, affamato, stanco ad  un pellegrino,  che c’entra il ristoro con una attività COSTRETTA alla chiusura per emergenza sanitaria? Sarebbe stato corretto chiamarlo INDENNIZZO !!!!!

Ma certo Indennizzo avrebbe comportato molti problemi come quello di stabilire l’ENTITA’ dell’indennizzo, meglio usare una parola che” non possa generare conflitti” . RISTORO……IO STATO TI STO’ AIUTANDO dandoti RISTORO……..Grazie per l’elemosina.

Solo che l’incapacità di stabilire a chi và il ristoro e da persone che con il mondo del Lavoro non ha mai avuto a che fare. Se si chiudono delle attività è chiaro che a soffrirne sarà tutta la filiera che gira intorno alla stessa attività. Mi rammarico per i molti ” amici” Rappresentanti che ormai non fanno più visite ai clienti perchè i clienti non ci sono più. Ci sentiamo telefonicamente…Come Và?….. Come vuoi che vada….male!  Dai  dai che passa…..ok ? ci sentiamo..Ciao 

Nulla è facile , ma se non si è capaci è meglio copiare dagli altri, in nessuno Stato Europeo accade quello che sta accadendo  in Italia. Ristori che non arrivano, Cassa Integrazione ancora da erogare, Molte attività escluse dal Ristoro come il mio Microbirrificio.  Aiuti con codici Ateco..nente di più sbagliato , nel mio caso codice Ateco 11.05.00  Industria delle Bevande —  noi Microbirrifici , siamo  900 in Italia e veniamo paragonati alle multinazionali della birra, per cui niente ristori.Per notizia  I Microbirrifici artigianali sono per la maggior parte Brewpub , dove si gusta la birra prodotta quindi non Pub ma Birrerie con codice ateco della produzione, svista grave per chi ci governa.   

Il nostro prodotto, la Birra, viene venduta oltre che nei nostri Brewpub (rimasti chiusi) anche ai Bar Ristoranti e Pub, partecipiamo a Sagre e Fiere per cui siamo completamente FERMI dal mese di Ottobre 2020 senza aiuti da parte di nessuno. Abbiamo esaurito tutte le poche risorse a disposizione , abbiamo rateizzato le bollette enel e gas, non ci resta altro che aspettare il momento di avere il coraggio di abbassare la serranda e deporre le braccia.  Alessio Stefanelli Mastrobirraio in Taranto