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“Se non riceveremo aiuti saremo costretti a venire a vivere a Montecitorio”

Pubblicato il 07/12/2020 12:56 - Aggiornato il 07/12/2020 13:14

Italia, Paese meraviglioso: ricco di cultura, di posti fantastici, di eccellenze, di imprenditori e lavoratori che mettono il cuore in quello che fanno e che non si arrendono nonostante le difficoltà. Ma non si può continuare in questa maniera, il governo sta abbandonando intere categorie piegate dalla situazione che, anche loro per incapacità, hanno creato. Perchè diciamocelo, oramai è chiaro, la sventura non è stata solo il covid, anzi. Le numerosissime vostre testimonianze che riceviamo lo dimostrano. Perchè dobbiamo ridurci così? Noi non ci fermiamo, continueremo a pubblicare le vostre testimonianze. Non possono ignorarci!

Roberto Cortinovis usa poche parole ma lo dice chiaramente: “Buona sera, ho un ristorante e non ho ricevuto ancora il ristoro. Cordiali saluti”.

Domenico Scordo: “Agenzie di Viaggio e Tour Operator 0 ristori da Aprile e fatturato al -100%. Mibac non dà informazioni in merito. Grazie. Malan Tour Operator”.

Francesca Damiania: “Buonasera, colgo il suo invito mi chiamo Damiani Francesca proprietaria della Conab srl, negozio di abbigliamento e consulenza di abbigliamento della provincia di Bergamo. Non ho ricevuto alcun ristoro. Per favore spieghi lei che nessuno ci sta aiutando. Sono stata chiusa marzo, aprile fino al 18 maggio e novembre. Grazie mille le auguro un sereno Natale”. 

Arredo & Standesign srls (VR), ci scrive: “Buongiorno, comunichiamo che soldi dai ristori messi in campo dal governo, ad oggi, alla nostra categoria di allestitori fieristici e organizzatori di eventi, con il nostro codice ateco, non sono arrivati. NON CI E’ ARRIVATO NULLA. La situazione per sopravvivere é molto critica, se non riceveremo nulla saremo costretti a venire a vivere a montecitorio. Saluti.”

Giorgio Farina, proprietario della Delicatissimo srl (MI), scrive: “On. sen. Paragone, come da Sua giusta provocazione in una trasmissione TV, le scrivo. Cerco di esser breve dato che avrà ricevuto migliaia di mail. Magari nn riuscirà a leggerle. Sono titolare di un Bistrot in Milano dal 2009. Attività aperta per 12/15 oer al giorno come bar, bistrot con cucina grande, servizio al tavolo, servizio asporto e un 50% di fatturato realizzato con catering e servizi dedicati ai tanti uffici della zona, e ormai di tutta la città. Dal 18 di febbraio 2020 catering e bistrot sono ‘in terapia intensiva’. Rimane l’asporto che rappresentava il 5% del fatturato. Ho ricevuto il Ristoro di Luglio, nella misura di € 6,2K. Ebbene, non ho ancora ricevuto il Ristoro Bis (automatico), Decreto agosto entrato in Gazzetta a metà Ottobre. Il Governo però è al Ristoro Quater. Detto ciò, sto lavorando al 15% del fatturato, da solo con i dipendenti quasi tutti a casa, sorvolo la questione CIG. Le scrivo perchè AdE mi ha classificato con il mio terzo codice Ateco, rivendita di cibo da asporto senza somministrazione. L’unico codice che avrà, prima o poi, il 50% come ristoroBis anzichè il 200% del mio primo e secondo codice ateco, ristorazione con somministrazione e catering. Grazie per l’attenzione. Buon Lavoro.” 

 Anita Loriana Ronchi ci scrive: “Gent.mo Sen. Paragone, dopo averla vista nel programma di Del Debbio, in cui invitava i lavoratori autonomi a scriverle, mi permetto anch’io, e sperando di non tediarla, di dire la mia. In tutti i talk show, ed ancor più nelle discussioni politiche, c’è un convitato di pietra: i professionisti delle professioni ordinistiche iscritti alle casse previdenziali private. Esclusi, totalmente esclusi, nemmeno presi in considerazione dai vari Dl Ristori, che hanno in qualche misura riammesso (seppur con modalità insufficienti) progressivamente diverse categorie di lavoratori autonomi, come ad es. titolari di negozi di calzature e agenti di commercio. Sui liberi professionisti grava un pregiudizio: che siano categorie “benestanti”.  Non è affatto così, c’è una miriade di giornalisti, architetti, ingegneri etc. che raggiungono a malapena un reddito di 20-30mila euro annui e, col Covid, non lavorano quasi più. Perché questa discriminazione? Forse perché le “professioni intellettuali” fanno più paura, non dico non solo dei dipendenti (che sono tutelati), ma anche delle altre categorie di lavoratori autonomi iscritti all’Inps? Sembra quasi ci sia una sorta di “odio di classe”, per usare un’espressione vetusta, nei confronti dei professionisti, tanto più paradossale se pensiamo che gran parte dei componenti la classe dirigente provengono proprio da questi quadri: avvocati, commercialisti, giornalisti etc. Le garantisco che, in molti casi, anche la situazione dei piccoli professionisti è drammatica. Eppure nessuno, nessuno ne parla. Totalmente ignorati. La ringrazio per l’attenzione e spero di non averla annoiata troppo”.