Riceviamo e volentieri pubblichiamo…
Illustre Senatore, ho sempre seguito le Sue inchieste scomode e la sua trasmissione “La Gabbia”. Sono d’accordo con Lei nel sostenere l’uscita dell’Italia da questo sistema europeo, dove i grandi gruppi finanziari e bancari la fanno da padroni, ma soprattutto esercitano sui governi un potere assoluto dettandone l’agenda e i programmi politici, rendendoci non cittadini europei ma veri e propri sudditi della BCE e degli uffici asettici e apolitici di Bruxelles.

Allo stesso tempo vorrei segnalarle la situazione di precarietà in cui versiamo noi giovani avvocati a causa non solo dell’immensa burocrazia ma anche dell’epidemia Covid-19.
Molti di noi chiuderanno gli studi.
Le elemosine del governo sono servite solo (€ 2.200) a pagare Cassa Forense (almeno per me € 3.500), Consiglio dell’Ordine (€ 280)… Imu, tari, Irpef, bollette dello studio.

Tenga conto che ho anche una famiglia e per fortuna una moglie che insegna (come precaria). Certo, non sono l’illustre prof.avv. Conte (proveniente dalla famosa e meritocratica università italiana), ma come avvocati speravamo che un presidente del consiglio, che si definiva “avvocato del popolo”, capisse la situazione dei colleghi, la maggior parte dei quali ‘combatte’ e rincorre clienti non in studi ipergalattici con clienti società.
Semmai il governo, invece di elargire elemosine, poteva dichiarare un anno bianco delle tasse e non farci pagare Irpef, Imu, tari…etc..
La ringrazio per la Sua cortese attenzione e spero di poterLa conoscere un giorno.
Cordiali saluti
Avv. I. B.