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La guerra di Gualtieri al contante

Pubblicato il 19/10/2020 12:35

di Luca Pinasco.

Nasce dall’accordo tra Nexi e SIA (società leader nelle infrastrutture tecnologiche per i pagamenti con carta) il “campione italiano” dei pagamenti digitali, che avrà una capitalizzazione di 15 miliardi e Cassa Depositi e Prestiti (CDP) come azionista di maggioranza relativa con il 25 per cento delle azioni possedute. 

Quale scopo dichiarato ha l’accordo? Letteralmente “trasformare l’Italia in una società cashless”.

Il commento del ministro dell’Economia Gualtieri: «La fusione contribuirà alla transizione digitale in un ambito decisivo come quello dei pagamenti elettronici, garantendo più rapidità, sicurezza e trasparenza, in sintonia con l’impegno del governo italiano per incentivare la transizione al cashless». Secondo Fabrizio Palermo, amministratore delegato di CDP: «Favorirà la trasformazione del Paese in termini di modernizzazione e digitalizzazione, trasparenza e sicurezza del sistema dei pagamenti”».

Quando chiedevamo al governo di utilizzare la Cassa Depositi e Prestiti per fare investimenti di politica industriale e costruire nuove società a partecipazione statale si faceva riferimento alle infrastrutture, alla logistica, ai trasporti nel Mezzogiorno, ai monopoli naturali e alle industrie strategiche. 

Invece dobbiamo ancora una volta con grande amarezza constatare che, anche quando ci sono dei margini di intervento – cosa più unica che rara dentro lo schema UE – vengono utilizzati nel peggiore dei modi da una classe dirigente che non ha assolutamente idea di quali siano le priorità economiche del paese. 

Il nodo del problema è che, essendo la politica industriale fatta da obiettivi e da azioni messe in atto per raggiungerli, avere nei posti chiave dell’economia persone totalmente inadeguate non vuol dire soltanto che non vengono messe in campo azioni che impattano positivamente sul sistema economico, ma anche e specialmente che, avendo obiettivi ancorati a ragioni di carattere ideologico dunque dissociati dalle necessità industriali del paese, qualsiasi mossa facciano, qualsiasi idea la loro visione distorta riesca a partorire, non potrà che produrre ulteriori danni all’economia nazionale. Questa operazione ne è l’ennesima prova.