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Italia in liquidazione. Un nuovo 1992 è dietro l’angolo

Pubblicato il 23/06/2020 12:40

  di Luca Pinasco. 

Il presidente della Consob Paolo Savona indica in due punti i provvedimenti minimi che il governo italiano dovrebbe adottare per evitare il disastro a settembre: emettere titoli perpetui al 2% evitando di accedere ai vari fondi europei e incentivare l’acquisto di obbligazioni delle medie imprese. Sul primo punto si è detto già molto. Vorrei qui soffermarmi sul secondo aspetto il quale sottintende un tragico scenario per il sistema economico italiano, di cui Savona ha piena contezza ma a quanto pare non si può dire lo stesso per il governo.

Dopo le privatizzazioni degli anni ‘90, tranne qualche rara eccezione, le medie imprese hanno sorretto il sistema economico italiano sia per le produzioni strategiche ad uso interno che per l’export. Oggi gran parte di queste imprese si trova in una condizione di gravissima crisi e se non si interviene SUBITO molti imprenditori saranno costretti a vendere le società per pagare i debiti e non finire sul lastrico.

L’UE e i media hanno invece fissato l’orizzonte temporale di tutto a settembre, come se in estate il tempo si fermasse. Eppure sta proprio qui l’inganno: molte imprese non supereranno il mese di luglio, e i procacciatori d’affari di grosse società e di fondi d’investimento esteri sono già stati sguinzagliati su tutto il territorio nazionale, pronti a fare grandi affari e a comprare di tutto e di più a prezzo di saldo. 

Un po’ come avvenne con la grande industria dopo il 1992. Le ragioni per cui le medie imprese italiane fanno gola sono semplici: 1)conquistare quote di mercato (interno ed estero nel caso di imprese esportatrici); 2) eliminare concorrenti; 3) acquisire brevetti e know how. Le imprese del nord Europa penetreranno definitivamente, questa volta non da competitors ma da padroni, nei mercati dei paesi del sud. 

Le nostre medie imprese non hanno alcuna difesa, sono state lasciate completamente sole: non hanno accesso ai programmi della BCE, il sistema bancario, seppur pieno di liquidità, non presta denaro per rispettare parametri di rischio diventati ormai assurdi e il governo probabilmente ignora l’esistenza di queste imprese. 

E così, durante l’estate, rischiamo di perdere anche la media impresa italiana. Questo è lo scenario che preoccupa il presidente CONSOB.