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Banche e finanziarie, facevano i “sordi-mutui” sulle misure COVID. Interviene antitrust

Pubblicato il 18/06/2020 17:59

L’autorità a garanzia della concorrenza e mercato, ha avvitato 4 istruttorie e 12 moral suasion nei confronti di sedici tra banche e società finanziarie per condotte relative alla sospensione dei mutui-prestiti ed all’erogazione di nuovi.

Erano i giorni durissimi del “lockdown” e molti italiani erano preoccupati per la cassa integrazione che non arrivava o per il mancato guadagno considerato che il negozio o l’attività era chiusa da 2 mesi.

Nel frattempo banche e finanziarie continuavano a far chiamare dai call center i debitori di mutui e finanziarie per avvisarli che era scaduta alla rata e che se non provvedevano al pagamento entro 5 giorni sarebbero finiti in CRIF.

Nello stesso periodo il Governo con continue e ripetute conferenze stampa, diceva che sarebbe andato tutto bene e che tutti sarebbero stati aiutati, arrivando anche a chiedere un atto d’amore persino a chi l’amore per professione non lo conosce (il sistema bancario).

Questo il tipo domande che in quel periodo venivano gestite dagli esperti di CONSUMERISMO No-profit:

“A CAUSA DEL COVID-19. IL MUTUO È SOSPESO IN AUTOMATICO?”

“BUONGIORNO, SCRIVO PER SEGNALARE CHE AD OGGI, NONOSTANTE AVESSI INOLTRATO LA RICHIESTA DI SOSPENSIONE DEL MUTUO IL 3 APRILE IN VIRTÙ DELL’EMERGENZA, LA BANCA NON MI HA DATO RISPOSTA. COME POSSO FARE? SE NON RIESCO A PAGARE LE RATE COSA SUCCEDE?”

“BUONGIORNO, SONO UNA LAVORATRICE DIPENDENTE ATTUALMENTE IN CASSA INTEGRAZIONE. VORREI SAPERE SE È POSSIBILE LA SOSPENSIONE DEI FINANZIAMENTI IN ATTO E COME FARE. HO ATTIVO UN FINANZIAMENTO CON LA BANCA (PRESTITO PERSONALE) E LA RATA DELL’AUTO”

Come si evince dal tono delle richieste dei consumatori, l’incertezza in quei giorni regnava sovrana, soprattutto da parte delle amorevoli banche, che a detta dei consumatori nella varie filiali nessuno era a conoscenza ne delle procedure per la sospensione mutui e nemmeno di quelle  poi introdotte dall’industria degli intermediari finanziari. Una cosa era certa, le banche non avevano diramato linee guida e direttive sulle sospensioni dei mutui previsti dai vari decreti ma nello  stesso tempo erano ben organizzate nel sollecitare i debitori nel rientrare. Inoltre non erano casi isolati le situazioni in cui invece di sospendere(e fare preventivi per il costo di sospensione), proponevano allungamenti d periodi di ammortamenti oppure di rifinanziare il debito con nuovi debiti.

Insomma non sapevano come sospendere ma sapevano come fare nuove proposte commerciali e come sollecitare i morosi.

Per fortuna adesso è intervenuta AGCM(Antitrust) che con un provvedimento dell’11 giugno annuncia di aver: 

“ avviato quattro istruttorie nei confronti di primarie banche e società finanziarie (Unicredit, IntesaSanPaolo, Banca Sella e Findomestic) per problematiche emerse sia sull’assenza di informazioni sulla tempistica per avere accesso alle varie misure di sostegno dettate in favore di microimprese e consumatori, che di chiare indicazioni sugli oneri derivanti dalla sospensione del rimborso dei finanziamenti concessi alle imprese, in termini di aumento degli interessi complessivi rispetto al totale originariamente dovuto quale effetto dell’allungamento dei piani di ammortamento.

Inoltre, le banche avrebbero posto indebite condizioni all’accesso a tali misure, quali l’apertura di un conto corrente o possedere specifici requisiti non previsti dalla normativa, oppure avrebbero cercato di dirottare i richiedenti verso forme di accesso al credito diverse e potenzialmente più onerose rispetto a quelle di cui al DL Liquidità.

Nei confronti di altre 12 banche e finanziarie (BNL, Banco BPM, UBI Banca, Crédit Agricole, Credem, MPS, Banco Popolare di Sondrio, Creval, BCC Pisa, Agos Ducato, Compass e Fiditalia), l’Autorità ha avviato una attività di moral suasion avendo riscontrato le medesime carenze di tipo informativo sulla tempistica di risposta e sulle effettive condizioni economiche di accesso alla sospensione dei rimborsi dei finanziamenti.

L’Autorità, quindi, riscontrando una serie di criticità, da parte dell’utenza, ad ottenere il dilazionamento delle esposizioni debitorie rispetto alle banche e alle società finanziarie, e per avere accesso alla liquidità e al credito, (come sarebbe invece previsto dai decreti Cura Italia e Liquidità) ha ritenuto di dover intervenire nella convinzione che solo condotte trasparenti, con informazioni complete e chiare, e prive di ostacoli ingiustificati, possono assicurare ai consumatori e imprese il sostegno economico indispensabile per affrontare l’attuale emergenza”

Adesso speriamo che le amorevoli banche e gli istituti di credito, si passino una mano sulla coscienza e per una volta invece di chiedere aiuti di Stato (46 miliari gli aiuti concessi dai Governi italiani dal 2009 al 2019 per i vari crac e crisi dei vari istituti che sono andati tutti sul groppone dell’amorevole contribuente italiano), diano veramente una mano al Paese.

di Luigi Gabriele

Presidente CONSUMERISMO No Profit – La lobby indipendente dei consumatori