Come per la manifestazione di Milano con Montagnier i media del Draghistan cercheranno di nascondere i veri numeri, ma difficilmente riusciranno a tener nascosta l’entità della protesta che si è sprigionata oggi per le strade di Bruxelles. Secondo fonti di polizia citate dal quotidiano “Le Soir” si tratterebbe di oltre 50.000 persone scese in piazza per protestare contro i provvedimenti liberticidi spacciati per interventi volti a contenere la pandemia. La manifestazione si è svolta in modo pacifico e allegro fintanto la polizia non è intervenuta per disperdere la folla. A quel punto le frange più risolute hanno opposto resistenza e ne sono scoppiati scontri. (Continua dopo la foto)
Prese di mira le sedi delle istituzioni europee che hanno finito per diventare simbolo di un’oppressione che da finanziaria e burocratica si è trasformata in attentato alle libertà inalienabili di ogni individuo. Gruppi di manifestanti hanno risposto alle cariche tirando oggetti contro gli agenti, che hanno risposto con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Automobili ed edifici hanno subito danni. La vera grande novità della manifestazione è rappresentata dal fatto che per la prima volta le diverse opposizioni europee si sono unite confluendo da varie parti d’Europa e sfilando al grido di «Libertà» e «Questa non è una pandemia, è una dittatura». Quindi manifestanti provenienti non solo dal Belgio, ma anche da Francia e Germania, Portogallo Olanda, Polonia e Romania. (Continua dopo la foto)
Da diverse settimane nella capitale belga si svolgono manifestazioni contro il green pass, necessario per accedere a ristoranti ed eventi culturali in particolare. Gli organizzatori, tra cui il movimento World Wide Demonstration for Freedom e Europeans United for Freedom, hanno invitato manifestanti di altri Paesi europei a partecipare questa domenica.