Battuta d’arresto per la Germania. Dopo aver trainato per oltre un decennio l’economia europee con luci e ombre, arriva lo stop anche per loro. E adesso si iniziano a sentire, anche in terra tedesca, discorsi sulla possibilità di infrangere il muro dell’asuterity. Grazie. Adesso che fa comodo a loro… Un calo così marcato non si vedeva da luglio 2016.
A giugno l’export tedesco ha segnato la flessione più forte da tre anni su base annua con un -8%. Su base mensile, si è registrato un -0,1%. Dati che confermano il peggioramento del settore manifatturiero per l’impatto delle tensioni commerciali in un Paese dove la diminuzione della produzione industriale si è confermata peggio delle stime.
E dove il mantra dell’austerity di Angela Merkel e della Grosse Koalition finisce nel mirino, mentre gli economisti chiedono maggiori investimenti. Anche a costo di non rispettare i vincoli di bilancio. Le importazioni sono diminuite del 4,4% annuo, mentre su base mensile si è avuto un +0,5%.
E anche la bilancia commerciale della Germania peggiora, evidenziando un surplus in calo più del previsto: è sceso a 16,8 miliardi dai 20,6 del mese prima, un livello inferiore alla stima media di 19,5 miliardi.
A giugno il surplus commerciale si è attestato a 16,8 miliardi di euro, contro i 20,6 miliardi del mese precedente. Gli analisti si aspettavano una flessione più contenuta a 19,5 miliardi. Le esportazioni sono scese dello 0,1%, contro l’aspettativa di una variazione nulla, mentre le importazioni sono aumentate dello 0,5%, più delle stime (consensus +0,3%).
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