Non sarebbe la prima volta e di certo non sarà l’ultima. A memoria di storico vengono immediatamente in mente le cosiddette “primavere arabe” dove l’allora amministrazione a stelle e strisce, a quei tempi animata da Hilary Clinton Segretario di Stato di Obama, prima fomentò le ribellioni di milioni di giovani che aspiravano a libertà e democrazia per poi abbandonarli nelle mani di dittatori sanguinari ma “amici” degli interessi Usa. Certo, la politica estera è anche questo, ma fa sempre un certo effetto rivedere certi schemi e constatare come le “opinioni pubbliche” finiscano sistematicamente per cascarci dentro. Questa volta è il turno dell’Ucraina che fino a qualche settimana fa poteva vantare il sostegno incondizionato è il finanziamento illimitato di Joe Biden e che ora potrebbe vedersi franate il terreno sotto i piedi. (Continua dopo la foto).
A suonare la campana a morto per Zelensky è stata Maria Giovanna Maglie che nel corso della trasmissione Controcorrentesu Rete 4 non ha usato mezze misure: “Biden sta cominciando a staccarsi, non è corretto né coraggioso né onesto, ma tant’è. Zelensky comincia ad avvertire questo distacco. Gli inglesi invece tacciono, non li sento più fare dichiarazioni” (Continua dopo la foto)
Ma quali sarebbero i motivi di questa presa di distanze da Volodymyr Zelensky.: “Biden ha ritenuto – continua la giornalista che si dichiara atlantista ma fortemente critica nei confronti delle scelte di Nato e Usa – che questa guerra potesse aiutarlo in termini di spinta ideale e di rappresentazione di potere nella vigilia del mid term, ma è messo malissimo da questo punto di vista. Gli Usa sono distratti da altro in questo momento, quel che conta è quanto costa la benzina, la storia dell’aborto, il finto o vero processo a Trump, sono altre le questioni, alcune abbastanza gravi e importanti”. (Continua dopo la foto)
Ma per la Maglie le ambiguità non si limiterebbero solo agli Stati Uniti: “Gli inglesi invece tacciono, non li sento più fare dichiarazioni”. Si attende ora la frenata di Nato e Ue ormai amaramente consapevoli di come le sanzioni abbiano fallito aumentando le risorse di Putin (+42mld rispetto allo scorso anno) finendo di fatto per finanziare la Russia e il conflitto.