Si accende il dibattito sulla manovra politica allo studio del governo Meloni. Con un punto cruciale che, in particolare, sta alzando l’asticella della tensione tanto all’interno della maggioranza quanto nei rapporti con l’opposizione: il taglio degli assegni pensionistici per un vasto gruppo di dipendenti pubblici. Si tratta di circa 700.000 persone, di cui 30.000 già nel 2024, che potrebbero vedere i propri assegni ridotti quando andranno in pensione nei prossimi anni. Questa misura, se attuata, consentirà al governo di realizzare un risparmio significativo, stimato tra i 7 e gli 8 miliardi di euro a regime. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sembra però intenzionato a puntare su questa manovra nella manovra per affrontare le sfide economiche del paese. Come spiegato dalla testata The Social Post, questo provvedimento è equiparato, in termini di impatto economico, al taglio dell’indicizzazione dell’anno precedente. (Continua a leggere dopo la foto)
“Pensioni, tagli agli statali per 8 miliardi”: le novità della Manovra
Nella bozza della legge di Bilancio, tuttavia, il ministero dell’Economia ha considerato le proposte come “non definitive e non attendibili”. Tra le novità presenti, a spiccare è l’eliminazione dell’anticipo (posticipato dal 2027 al 2025) dell’adeguamento alla speranza di vita. Questo avrebbe portato, entro poco più di un anno, a richiedere 43 anni di contributi per la pensione anticipata, un incremento rispetto ai 42 anni e 10 mesi attuali (uno in meno per le donne). (Continua a leggere dopo la foto)
Il governo, in risposta alle critiche, è intervenuto anche sulle pensioni dei Millennials. Le regole per la pensione anticipata contributiva verranno modificate, alzando il requisito da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale. In pratica, ciò significa che per andare in pensione in anticipo a 64 anni con 20 anni di contributi, il lavoratore dovrà avere una pensione maturata di almeno 1.500 euro, rispetto ai 1.660 euro proposti nella prima bozza.
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