La crisi dovuta all’emergenza mette a rischio tutti i settori, ma c’è un settore che proprio alla luce della sua natura strategica, come un effetto domino, è in grado di provocare la caduta di tutti gli altri. Questo settore è quello che si occupa della logistica e del trasporto delle merci. Gli appelli lanciati dagli esperti non sono per niente positivi. Infatti, il centro studi di Conferta, Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica, fornisce dati a dir poco preoccupanti. Il settore LOGISTICA e di trasporto merci vale ben il 9% del Pil nazionale, 85 miliardi di fatturato. Conteggia 100.000 imprese e 1,5 milioni di addetti. Rischia nel 2020 di perdere 95 milioni di tonnellate di merci. Tale valore corrisponde a una contrazione dei volumi tra il 20 e il 25% che valgono ben 17 miliardi di fatturato. Si parla di 320.000 posti di lavoro in meno.
Ma il peggio è che a cadere nel baratro non sarà da solo, trascinerà con sè l’intera economia italiana. Il presidente della confederazione, Guido Nicolini, mette in allarme il governo attraverso un documento consegnato al premier Conte e alla ministra dei trasporti Paola De Micheli: “Bisogna reagire subito, il dopoguerra della logistica rischia di minare l’intera economia italiana. Siamo la rete che regge l’economia reale e se la logistica dovesse collassare, non c’è ripresa che tenga.” Nonostante l’emergenza Covid-19 il settore non si è bloccato. Da settimane lavora in perdita a costi fissi e registra una crisi di liquidità finanziara di proporzioni inimmaginabili. Solo nel mese di marzo, a causa delle misure di contenimento e della conseguente chiusura delle attività, i volumi sono scesi fino al 70%. Il peggio deve ancora venire. Il centro studio stima, infatti, che nei mesi a seguire ci saranno ulteriori contrazioni dei volumi tra il 40 e il 60%. Gli effetti economici saranno drammatici e insostenibili.
La logistica rappresenta l’architettura connettiva e l’ingegneria organizzativa del sistema economico nazionale. Una lunghissima e complessa catena di imprese e professionalità, tutte interrelate tra loro, che ogni giorno ha garantito e garantisce consumi, distribuzioni, approvvigionamento, import ed export. Nicolini avverte “Se non aiutata, la gran parte delle aziende rischia il fallimento”. Conferta chiede pertanto al governo: “Una massiccia iniezione di liquidità attraverso strumenti diretti e attivabili nel giro di pochi giorni, non settimane.”
Insomma, tra noi e il collasso totale c’è un vuoto. Lo stato deve rispondere prontamente per colmarlo prima che ci cadiamo dentro. Altro che perdita di tempo a inseguire questioni burocratiche.