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“Il buono ombrellone!”. Mentre il Paese affonda le élite chiedono sempre più prebende. Il caso

Pubblicato il 17/05/2022 12:37 - Aggiornato il 17/05/2022 13:48

Mentre tante imprese ancora annaspano, schiacchiate dall’emergenza Covid e da aiuti di Stato arrivati in minima parte, dalle parti di Bankitalia i vertici sono sul piede di guerra per… i buoni pasto. Sì, avete capito bene: i preziosi tagliandi con i quali è possibile mangiare senza mettere mano al portafogli si sono trasformati in pietra dello scandalo, come testimoniato da una lettera arrivata nei giorni scorsi in mano a Edoardo Schwarzenberg, presidente del sindacato dei dirigenti della Banca d’Italia. A firmarlo, il caposervizio logistica dell’istituto Luigi Managò.

Come rivelato da Franco Bechis sulle pagine della Verità, nel testo i dirigenti di Bankitalia hanno raccontato il loro personalissimo “dramma”: costretti a lavorare da remoto, magari in una seconda casa al mare o in montagna, spesso non potevano spendere i preziosi buoni pasto, validi soltanto all’interno della Regione di residenza. Un problema non da poco, indubbiamente, per chi lavora in posizioni di vertice all’interno della banca centrale italiana. Da qui la protesta, attraverso una lettera in cui hanno raccontato tutto il loro disagio.

I collaboratori di Visco al momento si sono presi del tempo per rispondere, ma la sensazione è che alla fine gli appetiti dei dirigenti della Banca d’Italia saranno soddisfatti: i buoni pasti saranno resi spendibili in qualsiasi parte dello Stivale, senza creare così complicazioni a chi vorrebbe sedersi a tavola vicino alla propria villetta di Cortina o all’Argentario. Managò ha spiegato che “è stata condotta un’analisi delle criticità segnalate” e che presto si arriverà a una soluzione soddisfacente.

Il braccio di ferro dura in realtà da due anni, da quando i dipendenti avevano iniziato a storcere il naso per lo smart working salvo poi innamorarsene, una volta capita la possibilità di rimanere comodamente a casa ancora per tanto tempo. Inizialmente avrebbero tutti dovuto fare ritorno dal 1 aprile scorso, ma alla fine Bankitalia ha ceduto alle pressione e acconsentito a una presenza in ufficio ridotta. Ora, il cuore della battaglia si è spostato altrove, sui buoni pasto. Un caso a dir poco spinoso che rischia di tenere banco ancora per molto, molto tempo.

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