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“Il governo non ha mai escluso il ricorso al Mes”. Così Gualtieri annuncia la trappola

Pubblicato il 17/07/2020 10:16

Un ministro Roberto Gualtieri in grande spolvero quello che dialoga con Federico Fubini e Monica Gueronzi in un’intervista pubblicata oggi (17 luglio) sul Corriere della Sera. Così in forma da difendere a spada tratta l’operato del governo, come se fosse andato tutto bene, come se stia andando tutto bene, come se andrà tutto bene. E così in forma da tornare a difendere il Mes, ossia il cappio che l’Europa vuole mettere intorno al collo dell’Italia. Sul Recovery Fund dice: “È decisivo chiudere il negoziato al più presto, se possibile già in questo Consiglio europeo. Io sono fiducioso. I dati economici, come ha ricordato Christine Lagarde, ci dicono che una rapida implementazione del programma Next Generation Eu è essenziale per raggiungere una ripresa solida, sostenibile, orientata al futuro e capace di salvaguardare il mercato unico. Su questa posizione, che l’Italia ha sostenuto fin dall’inizio con forza, è maturato un largo consenso il che rappresenta una novità politica di straordinario rilievo”.

Aggiunge l’europeista Gualtieri: “La proposta di Charles Michel conferma l’ammontare complessivo, la ripartizione tra trasferimenti e prestiti e l’architettura del Recovery Fund. E non era scontato. Ci batteremo con forza per non modificare questi elementi. Esistono inoltre alcune criticità in quella proposta su cui saremo molto determinati”. In tutto questo, si continua a parlare di fantamiliardi che – ammesso che poi arrivino veramente – non si sa quando entreranno nelle tasche dei cittadini. Perché è di liquidità immediata, in realtà, che persone e aziende hanno urgente bisogno.

E su questo ritardo e sul veto dei cosiddetti “Paese frugali”, Gualtieri spiega: “Il problema è un meccanismo basato su veti incrociati invece che imperniato sulla Commissione europea. Il Recovery Fund è parte integrante del bilancio dell’Unione e sarebbe quindi sbagliato e inefficiente sovrapporre una governance intergovernativa all’impianto comunitario di Next Generation Eu”. Fuffa. Intanto, la caduta del Pil è drammatica. E qui Gualtieri coglie la palla al balzo per tornare a parlare del suo caro Mes. “Il governo non ha mai escluso l’uso della nuova linea di credito dl Mes”, dice perentorio.

Come verrà colmato il vuoto di risorse in attesa del fantomatico Recovery Fund? Risponde l’ottimista Gualtieri, col suo stipendio da ministro: “I dati economici più recenti sono incoraggianti e sembrano indicare che il rimbalzo dell’economia che avevamo previsto è in atto, anche grazie alle misure adottate. Ma il calo del Pil sarà pesante e per questo col prossimo scostamento, che sarà di circa 20 miliardi, proseguiremo nell’azione di sostegno e di stimolo all’economia per attutire l’impatto sociale della crisi e accompagnare adeguatamente la ripresa”.

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