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Ecco perché Gentiloni in Europa si rivelerà una clamorosa trappola per il governo giallorosso

Pubblicato il 17/09/2019 10:08 - Aggiornato il 27/11/2019 19:12

Tutto il Conte-bis ha esultato per la nomina di Paolo Gentiloni in Europa. Ma più di qualcuno ora fa notare come questo potrebbe trasformarsi in una trappola per il nuovo governo se dovesse imporre regole economiche impopolari o misure di austerità. Come è assai probabile. L’ex premier si troverà in una situazione estremamente delicata. Se sarà troppo tenero con l’Italia, sarà accusato dai falchi di favoritismo nei confronti del nostro Paese.

Al contrario, se sarà troppo duro, servirà a Matteo Salvini su un piatto d’argento l’occasione per dare conferma di come lui e il Pd siano servi di Bruxelles. E se non si riuscirà a cambiare le regole del Patto, sarà un fallimento per lui e il suo partito.

Benché i giallorossi sperino di ottenere maggiore flessibilità con Gentiloni e con un’Ue più benevola nei confronti di Roma rispetto al passato, il commissario italiano avrà pochissimo spazio di manovra. Gentiloni, infatti, lavorerà con il fiato sul collo del superfalco Dombrovskis, il quale difficilmente farà sconti all’Italia. Per Dombrovskis riformare il patto di stabilità utilizzando parametri più verificabili empiricamente rispetto a quelli in uso oggi come l’output gap, richiederebbe “probabilmente” cambiamenti della legislazione Ue.

E vale la pena di riaprire il dossier solo se si è “ragionevolmente” sicuri dell’esito, cioè di avere, alla fine, regole “migliori” di quelle attuali. L’Europa ha così frenato bruscamente sulla riforma del patto di stabilità e crescita, uno dei punti programmatici del governo Conte-bis.

Pd e Movimento Cinque Stelle speravano in un’Europa che venisse incontro alle richieste dell’Italia su crescita e immigrazione. Ma le forze politiche che compongono il governo giallorosso, più popolare a Bruxelles che fra gli italiani, hanno dovuto fare i conti con una realtà molto diversa di quella che auspicavano.

Sull’immigrazione, Francia e Germania si sono dichiarate disponibili ad accettare una quota di rifugiati e non di migranti economici irregolari. Il nostro governo chiede invece la redistribuzione per tutte le persone salvate nel Mediterraneo, quindi anche i migranti economici, che sono la percentuale più alta.

Pd e Movimento Cinque Stelle sperano di ottenere qualcosa di concreto e sostanzioso in cambio di della fedeltà giurata a Bruxelles ma dovranno presto fare i conti con una realtà ben più difficile. Ed è così che la nomina di Gentiloni potrebbe rivelarsi presto una trappola.

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