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L’Europa si arricchisce, l’Italia è sempre più povera: numeri impietosi, dove ci ha portato l’Ue

Pubblicato il 15/12/2023 09:45

Per l’Italia, questa Unione Europea non è di certo un buon affare. Mentre altri Paesi si arricchiscono grazie alle regole e agli indirizzi politici comunitari, infatti, il nostro continua a rimanere un passo indietro, vessato da imposizioni per nulla in linea con le nostre esigenze. E costretto a fare i conti, da anni, con la spiacevole sensazione che altre nazioni approfittino regolarmente di noi. Un pensiero che sorge spontaneo guardando ai dati pubblicati dal Messaggero e relativi agli stipendi della popolazione all’interno dei singoli Stati del Vecchio Continente. Secondo i numeri, raccolti dall’Inapp (Istituto per le analisi delle politiche pubbliche), in Italia è infatti salito il tasso di occupazione, ma restano immutate alcune gravi problematiche, mai risolte. (Continua a leggere dopo la foto)
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europa italia povera

Entrando nel dettaglio dell’analisi, infatti, ecco emergere come gli stipendi degli italiani sono cresciuti soltanto dell’1% tra il 1991 e il 2022. A fronte di una crescita media che, nel resto d’Europa, è stata invece del 32,5%. Il nostro Paese, insomma, è rimasto decisamente indietro, bloccato. Costretto a scendere dal treno dove invece continuano a viaggiare tanti altri. (Continua a leggere dopo la foto)

Tra gli altri problemi strutturali, dai dati emerge anche come nel nostro Paese per ogni 1.000 lavoratori giovani ce ne siano 1.900 over 40. E con una crescita produttiva che, a partire dalla metà degli anni Novanta, è stata di gran lunga inferiore rispetto ai Paesi del cosiddetto G7: il divario massimo, nel 2021, è stato addirittura del 25,5%. (Continua a leggere dopo la foto)

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Una situazione che, ovviamente, provoca anche malcontento nei cittadini: secondo la rilevazione, il 14,6% degli occupati in età compresa tra i 18 e i 74 anni ha pensato di dimettersi. L’Unione Europea, insomma, non si è rivelata affatto un buon affare nel nostro Paese. E i prossimi vincoli del Patto di Stabilità rischiano di tarparci ulteriormente le ali, costringendoci a rispettare rigidi parametri economici che impediranno investimenti.

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