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La mossa di Autostrade: bloccare l’aumento dei pedaggi per non farsi togliere la concessione

Pubblicato il 20/12/2019 14:27 - Aggiornato il 20/12/2019 15:11

Buone notizie, verrebbe da dire, per gli italiani: in quel calderone che è il testo del decreto Milleproroghe, è inserito anche un rinvio degli aumenti dei pedaggi delle autostrade che erano stati inizialmente programmati a partire dal 1 gennaio del 2020. Si tratta di almeno 16 tratte in concessione: la Strada dei Parchi, Satap, Serravalle, Brescia-Verona-Vicenza-Padova, Autostrada dei Fiori, Salt e soprattutto Autostrade per l’Italia, ovvero la parte maggioritaria della rete autostradale nazionale. I concessionari potranno chiedere nuovi aumenti entro il 30 giugno 2020, ma i calcoli saranno in ogni caso effettuati in base ai sistemi già definiti dall’Autorità dei Trasporti.

La mossa di Autostrade: bloccare l'aumento dei pedaggi per non vedersi togliere la concessione

A pensare male, al solito, si rischia di fare peccato, per dirla alla Andreotti. Ma è difficile non trovare un collegamento tra lo stop ai rincari e la paura da parte di Autostrade di vedersi revocata la tanto discussa concessione, un passaggio annunciato, ritrattato e di nuovo minacciato a più riprese nel corso degli ultimi mesi. Il tutto in un momento complicato, quello che ha visto l’azienda trascinata in tribunale da cinque società genovesi che hanno chiesto il conto dei danni relativi alla tragedia del crollo del Ponte Morandi.

La mossa di Autostrade: bloccare l'aumento dei pedaggi per non vedersi togliere la concessione

I giudici saranno chiamati a valutare non soltanto gli effetti diretti, ovvero l’aumento enorme dei costi legati all’interruzione dei collegamenti, ma anche quelli indiretti, cioè il calo del volume di affari nella zona. Non si conoscono ancora le cifre, ma i giornali locali parlano di tanti zeri che Autostrade potrebbe trovarsi a dover sborsare in caso di condanna. Una situazione che peggiora giorno dopo giorno, con nuovi capi d’accusa che sembrano spuntar fuori alla lettura di ogni singolo foglio delle indagini.

In uno dei filoni erano finite nel mirino, per dire, anche le barriere antirumore nella tratta ligure, definite “pericolose” perché potenzialmente a rischio ribaltamento in presenza di forte vento. Insomma, una tegola dopo l’altra. E con la revoca della concessione che continua ad aleggiare, per Autostrade è bene vestire panni benevoli e rinviare i rincari dei pedaggi, salvando così le tasche degli italiani. Con la consapevolezza che, riuscissero a sfangarla e non perdere i propri privilegi, sarebbero i Benetton a fare il vero affare.

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