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Sfattoria degli Ultimi, niente da fare. Arriva la brutta notizia. Ed ora sarà scontro duro

Pubblicato il 18/08/2022 16:42

Il Tar del Lazio ha deciso e purtroppo è andato tutto per il peggio. Dopo aver sospeso il provvedimento fino ad oggi 18 agosto, i giudici hanno confermato la decisione dell’Asl di abbattere i capi presenti nel ricovero per animali di Roma Nord. Nella Sfattoria degli Ultimi potranno rimanere in vita soltanto due maiali da affezione, non uno di più. La struttura era stata raggiunta da un provvedimento dell’azienda sanitaria locale che disponeva l’abbattimento di tutti i suini e gli ungulati ospiti della struttura, nel rispetto della normativa per il contenimento della peste suina.
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Alla fine, dei circa 140 esemplari che si trovano alla Sfattoria, tutti salvati dalla strada o provenienti da situazioni di stress e maltrattamento, saranno quindi soltanto due quelli che i responsabili potranno davvero salvare. I giudici del tribunale amministrativo non hanno rilevato “seria ragione per derogare alle misure di profilassi e contenimento del virus Psa”. Inoltre, da quanto riporta Roma Today, è stata fissata per il 12 settembre l’udienza collegiale per “decidere definitivamente sulla fase cautelare”, ovvero sulla sospensiva del decreto. In quell’occasione toccherà all’Asl comunicare (ove ci siano le condizioni idonee), la possibilità da parte della Sfattoria di tenere due maiali, per i quali dovranno essere specificati tutti gli accorgimenti “affinché godano di un trattamento consono” e non lascino i confini della fattoria.
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Secondo quanto deciso dal Tar, l’Asl è anche tenuta “a monitorare lo stato di salute degli altri maiali già sequestrati ed avviati alla profilassi, valutandone la pericolosità attuale ed effettiva e, se del caso, provvedendo per l’abbattimento”. Il legale dell’Asl Roma 1, Antonino Galletti, ha fatto sapere all’Ansa che «Si conferma così la legittimità dell’operato dell’azienda, che ha agito in doveroso ossequio con la disciplina vigente dettata dal legislatore eurounitario ed italiano, dal ministero della salute, dal commissario straordinario per la peste suina e dal prefetto».
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Immediata la risposta delle associazioni Enpa, Leal, Leidaa, Lndc, Oipa, e Tda, impegnate nella difesa degli animali presenti nella Sfattoria «Auspichiamo che quanto disposto non conduca ad abbattimenti in una struttura dove lo stesso Tar riconosce non esservi un focolaio di Psa attivo. Auspichiamo che l’Asl consenta anche alle controparti di depositare propri documenti e chiarimenti affinché possa instaurarsi un equo contraddittorio e che manifesti essa stessa la volontà di trovare soluzioni alternative che consentano la salvezza di animali sani, chiusi in recinti, iscritti all’anagrafe e costantemente controllati». La vicenda è stata ripresa e diffusa anche da ItalExit – Per l’Italia con Paragone e dalla sua nuova pagina Impronte sul Cuore – ItalExit per gli animali.

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