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“Prendi i fermenti lattici”, ma le avevano perforato l’utero per errore. Maria Grazia muore a 27 anni

Pubblicato il 04/08/2022 12:19

Maria Grazia Di Domenico, 27 anni, è morta dopo un calvario di 7 giorni per via della perforazione dell’utero al termine di un intervento di conizzazione (la rimozione di una porzione di tessuto anomalo dal collo dell’utero). Questa l’accusa per cui la procura ha chiesto il rinvio a giudizio di Vincenzo Campo, medico di fiducia della casa di cura Santa Famiglia. Il reato è pesante, si contesta l’omicidio colposo. Un ennesimo caso di malasanità italiana.
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L’intervento e poi il calvario

La tragedia risale al 24 maggio del 2021. Maria Grazia era un tecnico informatico, nonché attivista per la causa ambientalista. Inoltre, avrebbe dovuto sposarsi il 14 giugno del 2021. In un primo momento, subito dopo l’operazione, il medico avrebbe valutato che i dolori lamentati dalla ragazza fossero dovuti a problemi gastrici causati da un virus intestinale. Tanto che, secondo i familiari, sarebbe stata consigliata una cura a base di fermenti lattici. In realtà, secondo la procura, la sofferenza della donna ha avuto origine nella perforazione dell’utero.
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Una diagnosi sbagliata uccide Maria Grazia

La giovane vittima, nata a Salerno, si reca a Roma per sottoporsi all’intervento programmato per il 17 maggio del 2021. Al risveglio dice di avvertire dolori allo stomaco. Secondo l’accusa, il medico sbaglia la diagnosi, non valutando la possibilità della perfezione dell’utero, come causa delle complicazioni. La giovane viene trasferita al Policlinico Gemelli, ma ormai la situazione è irrecuperabile. Morirà, venti giorni prima coronare il sogno del matrimonio, il 24 maggio.

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