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Lavoratori sospesi, lo scandaloso ribaltone del tribunale: “Non reintegrateli”

Pubblicato il 08/08/2022 20:25

Quello che stanno vivendo da mesi alcuni lavoratori ingiustamente sospesi per il semplice fatto di non essersi sottoposti alla somministrazione del vaccino anti-Covid, assume sempre di più i contorni di un vero e proprio calvario giuridico. Il tribunale del Lavoro, riunito in forma collegiale, ha sconfessato le decisioni di Roberto Beghini, annullandone le ordinanze che avevano costretto la casa di cura Opera della provvidenza Sant’Antonio, a Padova, a reintegrare un’operatrice sanitaria e un centralinista.
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L’ordinanza a favore del Tribunale di Padova

Il giudice del Tribunale di Padova, Roberto Beghini, si era espresso con ordinanza favorevole al reintegro verso la fine di aprile 2022. “La garanzia che la persona vaccinata non sia infetta è pari a zero”, aveva sottolineato il giudice, ritenendo quindi che l’obbligo di vaccinazione imposto ai lavoratori fosse in contrasto con la Costituzione, in particolar modo con il principio di eguaglianza di tutti i cittadini (articolo 3 della Costituzione) e con il principio di scegliere liberamente i trattamenti sanitari a cui sottoporsi, sancito dall’articolo 32 della carta costituzionale. Benché il vaccino sia stato introdotto con la promessa del contenimento dei contagi, infatti, la realtà si è presto rivelata ben diversa, mostrando l’assoluta inefficacia dei sieri nella prevenzione delle infezioni.
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Lo scandaloso annullamento dell’ordinanza

Rispondendo ai reclami della residenza ospedaliera e dell’avvocato Marco Burighel, la prima sezione civile del tribunale di Padova ha da poco deciso di annullare quanto stabilito mesi prima da Beghini. Stando ai tre giudici del collegio, non sarebbe compito del magistrato del Lavoro valutare le scelte legislative, dunque le sue argomentazioni sarebbero “del tutto irrilevanti”. Il trio togato ribadisce poi che i vaccini anti-Covid non sarebbero terapie “sperimentali”, ma autorizzate tanto da Roma quanto da Bruxelles. Evidentemente i giudici sono molto male informati, perché è stato lo stesso CEO di Pfizer, Albert Bourla, a certificare la natura prettamente sperimentale dei vaccini in questione, come avevamo riportato qualche tempo fa.
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Un passo indietro per la magistratura

I tre giudici si sono poi appellati alle sentenze del Consiglio di Stato che confermavano l’imposizione di altri vaccini in passato, come quelli contro rosolia, morbillo, parotite, varicella. Il collegio ha inoltre specificato che «dai recenti dati dell’ISS emerge che i vaccini contribuiscono a ridurre la circolazione del virus e la possibilità che muti». Non è dato sapere su quali basi venga posta in essere una simile affermazione, visto il tangibile aumento dei contagi negli ultimi mesi, come anche quello dei decessi estivi, molto più alti di quelli delle estati senza vaccino. Il ribaltamento della precedente pronuncia del Tribunale di Padova è un duro colpo per coloro che si sono visti revocare il primo diritto citato nella Costituzione, nonché un notevole passo indietro per la magistratura nella ricostruzione dello Stato di Diritto.

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