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«Era felice, ora diteci come è morto». I genitori del ragazzo morto a 18 anni chiedono giustizia

Pubblicato il 19/09/2022 19:41

«Aveva solo diciotto anni!». Questo è l’urlo straziante che arriva dalla soglia di casa De Seta, nel piccolo comune di Ceggia, nel Veneziano. Enzo, il papà della vittima, cerca di ricacciare indietro le lacrime, mentre ancora si domanda come sia potuto accadere. Ieri mattina lui e sua moglie sono scesi nella camera mortuaria dell’ospedale di San Donà di Piave, per dare un ultimo saluto al corpo di Giuliano, il loro primogenito.
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Il ragazzo, maggiorenne soltanto da pochi giorni, è morto qualche ora prima nello stabilimento della B.C. Service, un’azienda di Noventa di Piave che produce stampi di materia plastiche. Dal 5 settembre stava svolgendo uno stage concordato con l’istituto tecnico che frequentava: tre settimane, nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro, che dovevano servire a integrare gli studi. Venerdì pomeriggio, per cause ancora da chiarire, gli è caduta addosso una lastra d’acciaio del peso di circa un quintale. Purtroppo, ogni soccorso è stato inutile.
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«Giuliano era allegro, sveglio, ma anche curioso e pieno di quegli amici che, in queste ore, stanno venendo in massa qui a casa per farci sentire il loro affetto» ricorda il papà Enzo. «Come tutti i ragazzi di quell’età aveva le sue passioni: lo sport, con l’atletica leggera, e la pesca. Io sono di origini calabresi e lui adorava immergersi in quel mare, facendo apnea. E poi amava girare in sella alla vecchia Vespa che gli avevo regalato: se chiudo gli occhi, rivedo Giuliano che scorrazza per le strade di Ceggia con dietro la sua fidanzatina, abbracciata stretta. Erano felici, insieme. All’inizio del mese, per festeggiare la maggiore età, aveva fatto il suo primo volo col paracadute, in tandem. Era euforico: quell’esperienza l’aveva riempito di gioia».
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Giuliano era un adolescente pieno di sogni e pieno di progetti per il futuro, «frequentava l’istituto “Da Vinci” di Portogruaro, indirizzo Elettrotecnica ed Elettronica: questa passione, in particolare per la Meccatronica, l’ha ereditata da me che ho sempre lavorato in quel settore. Finite le superiori avrebbe voluto iscriversi all’Università di Milano per studiare Ingegneria, e poi già progettava di mettersi in proprio e aprirsi un’attività tutta sua». Mamma Antonella aggiunge che per Giuliano «questi erano anni intensi, si stava aprendo al mondo e non vedeva l’ora di diventare grande, cercava la sua indipendenza e stava anche studiando per prendere la patente. Sia chiaro: faceva sempre tutto in modo giudizioso. E intanto coltivava grandi aspettative per il suo futuro».
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Il ragazzo era molto contento di fare lo stage alla B.C. Service: «Era contento di lavorare e di imparare! In questi giorni rientrava a casa sorridente. Io e mia moglie abbiamo sempre appoggiato le sue scelte». Ma purtroppo in quel luogo Giuliano ha trovato la morte. Una cosa del tutto inaccettabile perire sul posto di lavoro, per di più se succede durante uno stage scolastico. «Non ce la sentiamo di esprimerci finché la magistratura non avrà accertato l’esatta dinamica dei fatti. Però, è ovvio, vogliamo sapere la verità su come sia stato possibile che la vita di nostro figlio finisse in questo modo. E vogliamo sia fatta giustizia: se qualcuno ha sbagliato deve risponderne». Nel frattempo, di questa tragedia non resta assolutamente nulla, «solo la drammatica realtà di una giovane vita spezzata. La vita di nostro figlio». Condoglianze dalla famiglia.

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