Una vera batosta sotto forma di bolletta quella che ha mandato in fumo il sogno di Andrea Lama, 49 anni, titolare della panetteria-pasticceria ‘Canducci’ a Piangipane. Sposato e con un figlio piccolo, il titolare dell”attività ha resistito ai duri anni della pandemia, giunta a sconvolgere le vite di tutto il mondo poco dopo l’apertura della sua attività. Nulla ha potuto, però, contro l’ultima crisi che ha colpito il nostro Paese: il caro energia. Una bolletta dell’elettricità da 6.120 euro arrivata a luglio – ben 5.200 euro in più rispetto alla stessa bolletta dell’anno scorso di 900 euro – lo ha costretto a chiudere la sua attività.
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Durante un’intervista rilasciata all’Agi (Agenzia giornalistica Italia) Andrea ha mostrato tutta la sua disperazione nell’annunciare la fine del suo sogno: “Chiuderò il forno il 24 settembre perché devo rispettare dei tempi tecnici, soprattutto per tutelare i diritti della mia unica dipendente, altrimenti abbasserei la serranda adesso. Ogni giorno di lavoro è un giorno in più in perdita e, soprattutto, devo riuscire a sfilarmi da questa situazione prima che arrivino altre bollette astronomiche”. Nel gennaio del 2020 il panificatore aveva rilevato il forno in cui lavorava come dipendente. “Quei quattro soldi che avevo risparmiato li ho usati tutti per questo progetto e per dare una vita migliore a me e alla mia famiglia. Ora ho perso tutto e all’orizzonte vedo solo debiti” dice all’Agi. “Ma quello che fa più rabbia – spiega – è che gli affari vanno benissimo”. Il fatturato, però, è stato mangiato dalle bollette degli ultimi mesi. “Per tutta la pandemia – racconta – l’attività è andata bene. Da gennaio di quest’anno, addirittura, avevamo raddoppiato il fatturato che si aggirava sugli 11-12.000 euro al mese”.
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A frenare gli entusiasmi, o per meglio dire ad ucciderli completamente, è arrivata la tegola del caro energia. Soltanto a giugno la bolletta della luce è quasi triplicata, schizzando a 2.300 euro. Nel frattempo, tutta la filiera viene compromessa da rincari generalizzati, facendo aumentare vertiginosamente i prezzi delle materie prime, come ad esempio la farina. “Ho dovuto quasi raddoppiare i prezzi da marzo in poi – racconta Andrea – ma non è bastato, anche se i clienti non sono calati”. Notti in bianco a fare i conti e, a luglio, la mazzata finale: quegli oltre 6.000 euro che hanno decretato la fine dell’attività di Andrea e della sua famiglia.
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Quello di Andrea Lama è un vero e proprio caso simbolo della protesta “Bollette in vetrina”, iniziativa promossa da Confcommercio Ravenna. Il fornaio, però, è andato molto oltre, decidendo di adire per vie legali contro i fornitori di energia elettrica, dichiarandosi pronto a farlo anche contro quelli che erogano gas e acqua. “Questo è un vero e proprio strozzinaggio – si sfoga con l’Agi – Ho esaminato tutte le bollette e le ho confrontate con quelle dell’anno scorso. Ho bloccato tutti i pagamenti e fatto inviare una diffida dal mio legale. Ci sono dei vizi di fondo nel contratto della fornitura e non pagherò finché non avrò una spiegazione sul perché i costi sono aumentati di quasi di sette volte”.
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L’unica alternativa che ha ora, spiega, è “tornare a lavorare come dipendente. Ho già avuto delle offerte. Qui sanno tutti come lavoro” dice. Stanotte, alle 2, Andrea sarà come sempre al forno a fare il pane e lavorerà fino alle 14 del giorno dopo. Dopo un’ora di riposo, tornerà di nuovo all’opera. “Un mestiere duro, pieno di sacrifici e tutto per lavorare in perdita. In questo momento faccio davvero fatica a dire che sono fiero di essere italiano”, chiude amaramente. Una sensazione che, purtroppo, sarà condivisa da moltissimi nostri concittadini, c’è da scommetterci. Ecco perché alle prossime elezioni sarà fondamentale orientare la propria preferenza di voto verso chi, in questi ultimi due anni e mezzo di emergenze, ha sempre fatto della tutela del mercato interno e dei cittadini uno dei punti cardine del proprio operato politico. Italexit – Per l’Italia con Paragone è sicuramente tra questi.
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