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La Polizia controllerà la temperatura dei termosifoni: entreranno nelle nostre case. La follia del nuovo DL

Pubblicato il 02/09/2022 14:01 - Aggiornato il 02/09/2022 15:48

Che il “modello Covid” potesse essere poi replicato in futuro per altre situazioni e per altre “emergenze” lo avevamo capito denunciato da subito. Così come avevamo denunciato, tra le altre cose, l’idiozia di sprecare poliziotti e forze dell’ordine per controllare mascherine e Green pass. Ebbene, ora che la nuova emergenza si chiama crisi del gas, ecco qui che il governo rispolvera alcuni diktat che abbiamo imparato tristemente a conoscere. Si parla di coprifuoco e smart working, ma anche di razionamento e di nuove forme di controllo. Dopo aver passato al setaccio i Green pass, infatti, ora le forze dell’ordine verranno impiegate per controllare la temperatura dei termosifoni di casa degli italiani, per assicurarsi che siano abbassati di un grado come impone il governo per il risparmio energetico. (Continua a leggere dopo la foto)

Dopo aver ucciso l’economia italiana con la folle gestione del Covid, ora le scavano la fossa in conseguenza delle scellerate sanzioni alla Russia. Il cui prezzo lo stiamo pagando noi, i cittadini. E ora dovremo anche aspettarci che vengano a bussare alla nostra porta i vigili per controllare i termosifoni. Ieri il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha presentato il progetto per i termosifoni. Ovvero il “Piano di risparmio gas relativo al settore civile, abitativo, residenziale, sia pubblico che privato”. Che prevede da 20 a 19 gradi per gli stabili con riscaldamento centralizzato e un’ora in meno di copertura. Come scrive Open: “C’è il nodo controlli per chi ha l’autonomo, che saranno affidati alla polizia locale con passaggi a campione”. (Continua a leggere dopo la foto)

Lo scrivono così, il ministro e i giornali, come se fosse normale in un Paese civile e democratico nel 2022. Come funzionerà il piano di Cingolani? Spiega sempre Open: “Il progetto prevede che mediante misure di minima riduzione delle temperature del riscaldamento, l’utilizzo di combustibili alternativi per limitati periodi e l’utilizzo ottimizzato dell’energia sarà possibile conseguire risparmi variabili dell’ordine tra 3 e 6 miliardi di metri cubi di gas in un anno. L’obiettivo è quello di spostare l’accensione del riscaldamento a novembre. Sia per le utenze autonome che per quelle centralizzate, oltre che per tutte quelle statali. Escluse scuole e ospedali. Anche lo spegnimento sarà anticipato a marzo. Nelle aree d’Italia in cui il clima è più clemente si pensa a una riduzione di due gradi”. (Continua a leggere dopo la foto)

E i controlli? “Toccherà alla polizia locale con schema a campione verificare il rispetto dell’abbassamento della temperatura. Sia nelle utenze condominiali che negli uffici dei professionisti. Che potrebbero però decidere per lo smart working per i dipendenti. C’è sul tavolo anche la possibilità di un coprifuoco per negozi e locali pubblici. In questo caso lo spegnimento delle insegne arriverebbe rispettivamente alle 18,30 e alle 23. Sarà invece molto difficile, se non impossibile, eseguire i controlli nelle utenze private. Chi non ha il riscaldamento centralizzato potrebbe non rispettare le norme”.

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