x

x

Vai al contenuto

Negozi chiusi la domenica, il Pd vuole riscrivere la legge mandando in fumo il lavoro di M5S e Lega

Pubblicato il 20/09/2019 12:24 - Aggiornato il 27/11/2019 19:07

M5S e Pd divisi dalla chiusura domenicale dei negozi. Argomento che, paradosso non certo da poco, aveva invece trovato d’accordo i grillini e la Lega. Altri tempi. Ora con i dem al governo l’aria è cambiata, e il lavoro svolto da Di Maio e dall’ex sottosegretario allo Sviluppo economico Dario Galli è ora tutto in discussione. La mediazione pare complicata: i dem sono disposti ad arrivare fino ad un massimo di 6 chiusure e tutte riguardanti le festività, pronti ad aggiungere delle deroghe, ma per nulla intenzionati a dare parere favorevole al testo firmato M5s e Lega.

Nel corso dell’ultima Commissione Attività produttive della Camera si è deciso di continuare le audizioni. Si riparte il 6 ottobre, ne mancano circa una quindicina poi si dovrà decidere il da farsi. Il Pd continua a prendere tempo, ribadendo la necessità di un riordine del settore ma al momento deciso a non mollare la presa. E d’altronde il nodo, spinoso, non era stato inserito nel programma comune, a testimonianza di una distanza che andrà limata, e in fretta.

C’è la volontà di risolvere il problema degli stipendi di chi è costretto nei centri commerciali a lavorare quasi tutti i week end del mese, c’è la convergenza sul fatto che occorre sostenere i negozi di vicinato ma nella sostanza i dem non intendono concedere di più di quanto propongono. Col rischio, per i Cinque Stelle, che Salvini torni presto alla carica, chiedendo perché il lavoro fatto in passato da Lega e M5S sia stato di colpo infilato nel dimenticatoio.

Il Carroccio ha già stilato una lista dei provvedimenti sui quali l’alleanza giallorossa rischia di andare in difficoltà. E la chiusura dei negozi la domenica, annunciata più volte in passato e ora a rischio, è tra questi. Sul tavolo Pd-M5S c’è anche la possibilità di intervenire sul salario, visto che il lavoro domenicale con i nuovi contratti viene pagato pochissimo. L’importante, però, è superare uno stallo che fa comodo a Zingaretti & co. ma rischia di trascinare il Movimento in una figuraccia agli occhi dei lavoratori, in attesa di chiarimenti.

Ti potrebbe interessare anche: https://www.ilparagone.it/attualita/gli-uomini-di-renzi-dai-finanzieri-ai-parlamentari-chi-ha-voluto-lo-strappo/