Cara Alitalia, quanto ci costi. Tra aumenti di capitale, contributi e garanzie, la compagnia di bandiera italiana pesa e continua a pesare non poco sulle tasche dei contribuenti, un’epopea, quella dell’azienda, che ha visto nell’aprile 2017 la bocciatura del referendum sul preaccordo per il salvataggio e la ricapitalizzazione da 2 miliardi della società allora guidata da Etihad. Un piano, respinto, che avrebbe comportato mille esuberi. La maggioranza dei dipendenti si oppose, però, e il governo finì per commissariare la compagnia.
L’allora governo Gentiloni optò così per una ricapitalizzazione da 900 milioni di euro che fece salire la somma spesa dallo Stato negli ultimi 40 anni per la compagnia aerea a quasi 10 miliardi di euro. Un bel gruzzolo al quale bisogna poi aggiungere anche i 350 milioni stanziati dal dl fisco degli scorsi giorni, una scelta presa dopo il settimo rinvio per la presentazione delle offerte vincolanti da parte dei partecipanti alla newco che dovrebbe rilanciare il vettore (Fs, Atlantia e Delta).
Tornando ancora indietro nel tempo, uno studio realizzato nel 2015 da Mediobanca sostiene che, nei quarant’anni precedenti la vendita a Etihad, Alitalia sia costata agli italiani la bellezza di 7,4 miliardi. Se pensate che la stima possa essere esagerata, sappiate che esistono altre analisi ancora più impietose, come un calcolo del professore Andrea Giuricin dell’Università Bicocca di Milano secondo il quale la stima del costo per lo Stato di Alitalia solo dal 2008 a oggi sarebbe pari a quasi 9,5 miliardi di euro.
Nel 2007, Air France era pronta ad acquisire la compagnia con un’operazione complessiva di circa 2,6 miliardi tra valutazione in Borsa, obbligazioni sul mercato, aumento di capitale, investimenti e debiti che al 31 gennaio 2008 ammontavano a circa 1,3 miliardi di euro. Sembrava tutto fatto, ma la caduta improvvisa del governo Prodi e la mancata conferma dell’intesa da parte del successivo esecutivo Berlusconi fecero tramontare l’ipotesi.
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